“I l coraggio non manca, è la paura che li frega”. Parafrasando Totò sarebbe la paura a bloccare le procedure amministrative e impantanare le gare d’appalto travasandole da un cassetto all’altro per finire in quello senza fondo: cantieri eterni. Come uscirne? Prima di tutto liberando il funzionario dalla paura della firma, limitando al dolo la possibilità che con i politici siano chiamati in causa dalla Corte dei conti per danni erariali e, infine, approvando in Parlamento un disegno di legge che orienti la materia. Il decreto in discussione sega i controlli e fa tabula rasa della burocrazia esagerata a tal punto da bloccare le grandi opere e mettere in forse il rispetto della scadenza 2026 del Pnrr. I giudici contabili sono contrari, per loro la riforma è dannosa per il Paese; la maggioranza non se li fila e tira diritta. Introduce la retroattività della “buona fede”, riduce i poteri di inchiesta della Corte, concede lo sconto del 70 per cento sul danno erariale per colpa e introduce la polizza assicurativa. Se il funzionario distratto e negligente causa un danno di 100 euro i 30 scontati saranno sistemati dall’assicurazione stipulata dall’amministrazione. Tra tanti dubbi una certezza: a pagare danno e assicurazione saranno i contribuenti forzosamente diligenti. Proprio vero: “in palas anzenas corrias largas”, sulla pelle degli altri, conti larghi.

© Riproduzione riservata