C entouno anni fa, sul circuito del Tigullio, per la prima di tante volte Tazio Nuvolari costrinse i giornalisti a imbullonare il sostantivo vittoria all’aggettivo rocambolesca. Dopo pericoli folli e incidenti sparsi tagliò il traguardo con l’auto che ormai andava sui cerchioni e il meccanico ferito e privo di sensi ammucchiato accanto a lui, che guidava in piedi e manovrava con una chiave inglese perché nell’ultimo schianto erano volati via sedile e volante. Ecco, sono più o meno le condizioni in cui l’economia americana rischia di chiudere il gran premio di Mar-a-Lago appena partito, con l’Europa nel ruolo del meccanico svenuto.

Per quanto sui giornali possiamo fare quelli che la sanno lunga, non è chiarissimo a nessuno perché un Trump ormai libero dalle esigenze propagandistiche della campagna elettorale voglia traumatizzare così la vita commerciale Usa e quella degli alleati (peraltro quasi più di quella dei rivali sistemici). Chissà, forse qualcuno gli ha detto che serviva uno stimolo e lui si è ricordato che nel capanno degli attrezzi aveva un taser. L’unica cosa certa è che sarà affascinante, intanto che ci prepariamo a contare i danni di questa via psichiatrica al business, vedere che cosa si inventeranno i nostri patrioti maso-sovranisti per applaudire questo vecchio bullo anche mentre ci rovina a sangue, sì, però così virilmente, così da maschiaccio.

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