A dmissus et non concessus (abbiate pazienza ma è l’onda lunga del conclave, adesso per qualche giorno sui quotidiani saremo tutti vaticanisti e caparbiamente agostiniani) che l’accordo commerciale fra America e Cina tenga, e ammesso e non concesso che lo stesso accada col patto Usa-Regno Unito e che il piano sia fare qualcosa di simile con i Paesi Ue, era il caso di combinare tutto questo bailamme - borse che crollano, si rialzano e ricrollano, imprenditori nel panico, marce indietro ingranate con aria trionfale - per un obiettivo tutto sommato circoscritto e raggiungibile con qualche colloquio riservato fra gente che sa di che cosa sta parlando? L’effetto finale è quello di un tipo che entra col bazooka dal verduraio e urla “Fermi tutti, voglio una melanzana”, poi la paga, saluta e se ne va. Qual era l’idea di base? Nutrire l’ego di un vecchiaccio che si vanta di come tutti gli sbaciucchiano il posteriore, e per arrivarci si espone a crolli del Pil, a controtariffe e a ritorsioni? Daziami ma di baci saziami? O l’obiettivo è proprio far paura, lo spavento fine a sé stesso come nei film horror? È una cosa fatta per sentirsi forti? Oppure vivi, giovani? O per farsi due risate? Sarà meglio capirlo, perché poi i dazi potrà anche congelarli o cancellarli, ma così fa ancora più paura.

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