Compromessi
Caffè Scorretto
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C ol Ddl Zan è andata come è andata e la sinistra s’è fatta male da sola (poi magari alla prossima aggressione omofoba scopriremo che s’è fatta male anche la destra, vedremo). Il punto è che tutta la questione sta facendo passare un’idea un po’ pericolosa: un compromesso non è mai al ribasso, un compromesso va comunque accettato perché è una cosa intelligente e pragmatica. E invece non è così: se il voto alle donne fosse stato concesso ma solo alla Camera sarebbe stato pragmatico accettarlo? No, vero? Eppure questa bella inflessibilità che applichiamo ai casi immaginari in quelli concreti si affloscia. Per esempio: dopo anni e anni di proteste, il governo ha abbassato l’Iva sugli assorbenti. Finora era al 22% come per i beni di lusso, calerà al 10%. E quindi resterà tassata il doppio del tartufo fresco, che ha l’Iva al 5% come i generi “di prima e primissima necessità”. È un compromesso pragmatico o al ribasso? Farlo notare dimostra ribellismo velleitario o senso comune? Dicono che in Italia chi protesta sia sempre troppo rigido e radicale. Invece forse non lo è abbastanza, o avremmo class action firmate da milioni di donne che dice: 1) mi avete fatto pagare gli assorbenti come se li avesse cuciti Armani, rimborsatemi 2) ok al tartufo al 5% ma lo voglio nelle mense scolastiche, altrimenti state privando i bambini di un genere di primissima necessità.