U n'altra cosa che non sappiamo è quanto durerà questa condizione mentale di mondo al contrario, e se dopo torneremo in un amen quelli di sempre. La persona educata, per esempio, è diventata quella che non dà la mano, e l'atteggiamento più socievole è saper tenere le distanze. “L'importante è la salute” era una banalità utile per chiudere in fretta una conversazione noiosa: ora è un motto patriottico, uno slogan da partigiani. Ancora: il bravo lavoratore è quello che si organizza perché in ufficio neppure lo vedano, il salutista impeccabile è quello che si stravacca sul divano e rinuncia alle escursioni, chi ama i figlioletti non li porta a svagarsi ma li inchioda alla tv e via così.

Ma è rimasta almeno una costante. A elencare rancorosamente i limiti dell'Europa ci sono sempre gli stessi, tutti quelli che da sempre lavorano - tra un bacione a Putin e una gomitata ai “burocrati” - perché quei limiti restino insuperabili. Questa è una cosa sempre uguale, nonostante Trump cercando di comprarsi il vaccino in esclusiva abbia dimostrato una volta per tutte che cosa significhi davvero sovranismo. Ma c'è un esercizio mentale al quale potremmo dedicare uno dei troppi minuti liberi che abbiamo in questi giorni: come sarebbero il presente e il futuro se non avessimo più l'euro ma la lira?

CELESTINO TABASSO
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