V enerdì ci ha pensato Fontana per la Lega, poi per Fratelli d’Italia se n’è incaricato La Russa più o meno mentre per Coraggio Italia si faceva avanti Brugnaro: più si avvicina l’elezione del presidente e più dal centrodestra sibilano i suggerimenti e le esortazioni a Berlusconi per un rapido, elegante passo di lato. La versione più o meno unanime è: gli vogliamo troppo bene per lasciare che si faccia umiliare dai franchi tiratori. Il tutto declamato con aria leale, sorriso franco e sguardo tiratore.

Ovviamente la preoccupazione non è solo umanitaria: è chiaro che se Berlusconi dovesse fare una figuraccia sarebbe la coalizione a rompersi l’osso del collo, frantumandosi abbastanza da sciupare la probabilità di vittoria alle prossime politiche, che oggi sono ottime. Ma lui tutto sommato se ne infischia. E col guizzo di un patriarca che al momento di fare testamento spiazza gli eredi lasciando tutto a se stesso, continua a limare il discorso di insediamento. Praticamente è già scritto, confessa sconsolato Gianni Letta agli interlocutori che lo sondano in questi giorni, l’unico dubbio è l’incipit. In ballottaggio ce ne sono tre.

A) In tanti volevate una donna al Colle. Buone notizie: saranno molte di più.

B) Il Quirinale ritorna il palazzo dei papi.

C) Per prima cosa grazie a Dell’Utri e a Previti. Per gli altri c’è l’indulto.

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