Lamenti, sospiri, pianti per amori perduti, apparizioni misteriose di fantasmi più o meno disperati. Ogni regione d’Italia ha le sue storie misteriose e ci sono migliaia di appassionati del tema che ogni anno scelgono un diverso luogo di vacanza nel mondo per scoprire i luoghi più suggestivi e, per certi versi spaventosi. Chi vive in Sardegna conosce bene i siti isolani densi di storie, mix tra realtà e leggenda, e quando possono si spostano per visitarli. Tanti fanno tappa a Iglesias dove lo scultore Giuseppe Sartorio scolpì in onore di una bimba la celebre statua della “bambina col cerchio” (opera oggi inattesa di restauro) che richiama la storia della sfortunata bambina Zaira Deplano Pinna, che riposa al cimitero monumentale di Iglesias. Quella di Zaira è una storia vera: morì a soli sei anni nel 1901 e, secondo la leggenda popolare, la notte la statua si risveglierebbe per mettersi a giocare con il cerchio e arrampicarsi sui tetti. Non è l’unico fantasma “noto in Sardegna”.

A Cagliari in tanti conoscono la storia del fantasma della Grotta dei Colombi, a Cala Fighera. Si tratta di un’insenatura che la leggenda vuole infestata dal fantasma Dais. Anche in questo caso è un personaggio realmente esistito e la sua storia è legata a quella dei moti rivoluzionari sardi, di cui Dais fu uno dei protagonisti, avvenuti tra il 1794 e il 1795, quando il popolo combatté contro i Savoia. L’uccisione dei Cavalieri Girolamo Pitzolo e Gavino Palliaccio fu la causa della morte di Dais, ucciso per vendetta nella grotta dei colombi dove, dal 1800 a oggi, c’è chi giura di sentire lamentare il suo spettro. Sarebbe in buona compagnia perché la grotta era anche un luogo di sepoltura per i deceduti di peste. 

La grotta dei colombi (Archivio L'Unione Sarda)

C’è chi giura di aver sentito poi i lamenti della contessa di Quirra, la sanguinaria Violante Carroz che morì nel castello di Quirra dopo una vita di avidità e crudeltà, mentre, spostandosi a Villa Capresa, a Sassari, concentrandosi bene si possono sentire le note di un pianoforte e le voci delle monache che hanno vissuto nella villa quando era ancora un convento.

Andando nella Penisola c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra castelli infestati, case maledette e location da brividi. Si può giocare a palla con Azzurrina di Montebello, in Emilia Romagna ad esempio. Però occorre attendere il Il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate in cui morì Guendalina Malatesta, detta “Azzurrina”. Sparì inseguendo una palla nei sotterranei del Castello di Montebello dove si dice che non manchi di far sentire la propria presenza con suoni e lamenti che sono stati registrati ai turisti in visita. C’è chi, dopo aver avuto il coraggio di partecipare a una visita notturna, è certo che le impronte nel soffitto siano proprio le sue forte della testimonianza di un non meglio identificato inserviente che la vide camminare a testa in giù.

Sempre in Emilia, nel Castello di Rivalta, si può scoprire la leggenda del cuoco di corte Giuseppe. Aveva doti uniche in cucina e non è ben chiaro perché qualcuno decise di ucciderlo: fu pugnalato e strangolato da ignoti malviventi. Il corpo fu ritrovato dopo molto tempo ma il suo fantasma è rimasto al castello e spesso, nel bel mezzo della notte, lo si sente ancora girare per i corridoi e si sente il rumore del suo batticarne. A far battere i denti anche gli elettrodomestici che si mettono in moto anche con la corrente staccata.

Spostandosi in Toscana si può visitare castello di Fosdinovo, residenza di Maria Bianca Malaspina, una giovane ribelle condannata  a vagare in eterno fra le mura della fortezza. Ebbe una relazione scandalosa con uno stalliere e il padre la rinchiuse in una stanza del castello in compagnia di un cane e di un cinghiale simboli di fedeltà e ribellione.

In Puglia si può scoprire la storia di Armida visitando il castello di Trani: Armida dovette sposare un uomo che non amava e si consolò con un cavaliere di passaggio. Ma era poco accorta. Il marito la scoprì e pazzo di gelosia uccise il cavaliere. Lei fu risparmiata: la rinchiuse in una stanza sino alla sua morte. Ovviamente il suo spirito è rimasto lì, alla ricerca eterna e lamentosa del bel cavaliere che le rubò il cuore.

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