Il Koh-i-Noor è sicuramente quello più conosciuto al mondo. Estratto attorno al 1300 dalla miniera di Kollur, una delle celebri miniere diamantifere indiane, ha sempre avuto un ruolo di riguardo nelle storie raccontate alle nuove generazioni. L’ultimo arrivato, ancora senza nome, eccelle per il suo peso: 1.098 carati. Certo il “Cullinan” ne vale ben 3.106. E il “Graff Lesedi La Rona” 1.098. Ma il terzo posto sul podio spetta a quello scoperto il primo giugno da Debswana, compagnia del Botswana: tre diamanti super, i più grandi al mondo, tutti originari del Sud Africa. «La rara e straordinaria pietra significa molto nell'ambito dei diamanti e in Botswana», ha detto Lynette Armstrong, amministratrice delegata di Debswana. «Porta speranza alla Nazione in difficoltà», ha aggiunto. Il diamante è anche il più grande mai trovato nella storia della compagnia, una joint venture tra il governo e il colosso diamantifero De Beers. Una scoperta che illumina il pianeta diamantifero che vede al primo posto brillare il Cullinan, chiamato così in onore del proprietario della miniera, Sir Thomas Cullinan, in cui fu trovato nel 1905. Pietra talmente grande che se ne ricavarono 105 diamanti, i più importanti dei quali sono incastonati nei gioielli della Corona britannica: per circa due anni la pietra fu esposta a Johannesburg, dove fu vista da 8.000 spettatori. All’epoca fu venduto per la cifra di 2,5 milioni di dollari, equivalente a 52 milioni di dollari solo due anni fa (circa 43,5 milioni di euro). 

La corona della regina Elisabetta (foto Ansa)

Non di meno pregio, nonostante la differenza tra i carati, il Lesedi La Rona, descritto della dimensione di una palla da tennis, e scoperto nel 2015 a Karowe, nel nord-est del Botswana, leader africano nella produzione di queste pietre preziose: viene classificato come il più grande diamante con taglio a smeraldo quadrato al mondo, caratterizzato dai massimi gradi di purezza e colore. Un risultato di eccellenza ottenuto dopo oltre 18 mesi dalla sua scoperta, necessari per il processo di analisi, taglio e politura. Deve il nome al suo “cacciatore”, Laurence Graff: «Per portare alla luce un diamante grezzo di questa straordinaria bellezza è stata fondamentale una buona dose di fortuna. Possono passare mesi, anni, senza scoprire nulla di importante. Poi, d’un tratto accade qualcosa di straordinario», racconta Graff. 

Il fascino dei diamanti appartiene indubbiamente al mondo femminile. Così dice la famosa canzone di Marilyn Monroe (“i diamanti sono i migliori amici delle donne”) e così è stato anche nei film, uno su tutti “La signora dei diamanti”. La scoperta dell’ultimo arrivato riporta alla luce storie e aneddoti che da sempre si tramandano. Si suol dire che per tenersi stretta una donna il diamante è sicuramente il regalo più azzeccato, magari non di questi tempi: si dice che più è grande più eterno sarà l’amore col ricco maritato. Chissà. Ebbene, la storia racconta che i diamanti avevano perso il loro appeal alla fine degli anni Trenta e, considerati fuori moda, venivano scartati a favore di pietre portafortuna e perle. Gli strascichi della Grande Depressione e le avvisaglie di un nuovo conflitto mondiale bollavano i diamanti come capriccio da ricconi. L’americano medio preferiva spendere in lussi più pratici, come una lavatrice o l’automobile. Fu allora che De Beers, numero uno del settore, decise di assumere un’agenzia di pubblicità di Philadelphia, N.W. Ayer. Obiettivo: trasformare i diamanti nel massimo del glam. Ayer capì che Hollywood era la soluzione. Si rivolsero a una pr del cinema e a una regina del gossip: il loro compito era quello di arricchire i film di scene in cui i diamanti venivano donati all’amata di turno. Ma furono due zitelle che negli anni Quaranta ebbero la grande intuizione: coniarono gli slogan più di successo, tra cui il celebre, ancora in vita, “Un diamante è per sempre”.

C’è poi tutta la storia del diamante. Wikipedia è sempre d’aiuto in questi casi. In sintesi: l’origine è in India, dove furono trovati in depositi alluvionali lungo i fiumi Krishna e Godavari. I diamanti erano utilizzati nelle icone religiose ed è probabile che fossero noti e considerati preziosi già 6.000 anni fa. La città indiana di Golconda fu per secoli e fino alla metà dell'Ottocento il principale centro di produzione e vendita dei diamanti, tanto che il suo nome fu sinonimo di ricchezza. I diamanti giunsero poi nella Roma antica dall'India e furono utilizzati come strumenti d'incisione. I cinesi, che non hanno trovato diamanti nel loro paese, non li consideravano come gioielli, mentre apprezzavano molto la giada. 

Il primo ritrovamento in Sudafrica, principale centro mondiale per la produzione di questa preziosissima gemma, avvenne nel 1867, nei pressi delle sorgenti del fiume Orange, e fino al 1871 vennero sfruttati unicamente i giacimenti di tipo alluvionale. In seguito si scoprì l'esistenza dei camini diamantiferi, dei quali il più noto è la miniera di Kimberley che ha dato il nome alla roccia madre del diamante, la kimberlite. Nel Settecento furono scoperti giacimenti nel Borneo, e da qui partì il commercio del diamante nel sud-est asiatico. Con l'esaurimento delle risorse indiane avvennero significative scoperte in Brasile (1725) e Sudafrica (Kimberley, 1867). Seguire l’evoluzione storica di questa pietra è come ripercorrere la storia antica: il diamante era conosciuto sin dal 3.000 a.C. in Oriente e in Occidente fece la sua comparsa solo dopo il periodo successivo alle spedizioni di Alessandro Magno. Tantissime le leggende che lo riguardano, proliferate con il passare dei secoli e delle culture che ne sono entrate in contatto. Alcuni attribuivano al diamante proprietà benefiche per la salute, e ne consigliavano l’uso come talismano per proteggersi dai veleni o da cattivi sortilegi, peste o altre malattie molto gravi. Altri popoli, addirittura, attribuirono al diamante qualità romantiche, tali da poter rendere duraturo l’amore, ragion per cui veniva custodito con orgoglio da sposi e amanti. Il diamante, pertanto, aveva già un’ottima commerciabilità all’epoca come merce estremamente rara, anche se non a livelli di altre risorse preziose come l’oro.

Verso la fine del XIV secolo, si scoprì il taglio a brillante: da allora inizia l’uso dei diamanti nella montatura degli anelli. E più tardi con l’intensificarsi dei traffici diventa la pietra più commercializzata, soprattutto con l’arrivo dei portoghesi nell’isola di Goa vicino all’India, e la scoperta del bacino diamantifero più grande dell’epoca. Successive scoperte di diamanti anche in Brasile sul fiume Jequitinhonhas. Quando ormai in Brasile, la produzione delle miniere di diamante si esaurì inesorabilmente, nel 1866 una bambina di una famiglia di contadini emigrata in Sudafrica si ritrovò a giocare con una pietra scintillante che le aveva dato il fratello. Un vicino di casa la vide e intuì che la pietra potesse essere un diamante. Così fu. Si trattava di un famoso diamante, “Eureka”, che anche se non era puro, diede origine a un’imponente ricerca che ebbe il suo apice tre anni dopo con uno dei più spettacolari rinvenimenti della storia, la cosiddetta “Stella del Sudafrica”, un diamante che grezzo pesava 83,50 carati, tagliato poi a forma di goccia di 47,75 carati. Iniziò così una nuova era di prosperità dei diamanti, attorno ai quali si sviluppò un mercato mondiale che dura ancor oggi. Al contrario dell’amore, che è sempre meno eterno, l'acquisto di un diamante per l’amata sposa è comunque un investimento per entrambi i coniugi. Ma viste le cause di divorzio, un celebre avvocato dà questo consiglio agli uomini con cospicuo patrimonio: meglio regalare due anelli che un diamante. Non sempre chi lo dona potrà riaverlo indietro. 

© Riproduzione riservata