La storia automobilistica dimostra che il ritorno al passato raramente è premiante in fatto di vendite. Eppure la Renault ha deciso: non solo riproporrà la R5 ma lo farà “per dimostrare che Renault riuscirà a democratizzare i veicoli elettrici in Europa con un approccio moderno ed essenziale”.

L'annuncio del ritorno di una delle icone degli anni '70 e '80 è stato fatto nei giorni scorsi del presidente della casa transalpina, Luca De Meo, il top manager italiano con un passato in Fiat, Toyota e Volkswagen (è stato presidente di Seat) che ha il compito di gestire il complicato transito dall'era dei motori termici a quelli elettrici.

Non a caso la nuova Renault 5, che debutterà come prototipo al salone dell'auto di Monaco (6-12 settembre), sarà completamente elettrica.

La sua missione sarà la stessa che ebbe nel 1972, quando venne lanciata sul mercato europeo: soddisfare le esigenze dei clienti che per ragioni economiche o per scelte etiche hanno bisogno di un'auto compatta che però garantisca un livello di comfort che altre non hanno. E che, soprattutto, abbia costi accettabili.

Attualmente il problema dei veicoli elettrici è infatti il prezzo: il mercato si sta riempendo di modelli che non costano meno di 30mila euro, una cifra improponibile per gran parte degli italiani, al netto delle formule di acquisto o di noleggio sempre più flessibili e degli incentivi ciclicamente messi in campo dal governo (il decreto semplificazioni appena entrato in vigore li ha reintrodotti). La R5 elettrica dovrebbe rompere questo schema garantendo un prezzo tra 20 e 30mila euro e costringendo così anche le altre cause a produrre modelli più economici.

E' vero che oggi a determinare i prezzi elevati sono gli enormi investimenti delle case in tecnologia e il costo elevato delle batterie che incidono sul costo totale per il 50 per cento (la R5 utilizzerà quelle più economiche al litio-ferro-fosfato) ma inevitabilmente sono destinati a calare progressivamente entro il 2035 anno in cui non saranno più prodotti né venduti veicoli con motore termico. Come annunciato recentemente dalla Commissione europea, entro il 2030 le case automobilistiche dovranno ridurre del 55% le emissioni rispetto a quelle attuali e a partire dal 2035 dovranno produrre e vendere esclusivamente auto a zero emissioni.

Tornando alla R5, i primi teaser rilasciati dalla casa automobilistica rimandano inconfondibilmente al passato:i fari anteriori rettangolari, quasi trapezoidali, le luci posteriori a sviluppo verticale, un profilo che rivisita la forma classica in chiave moderna. Quello mostrato agli appassionati di tutto il mondo è un affascinante ritorno al passato che, com'era nelle intenzioni di De Meo, ha suscitato curiosità e attese.

E del resto è vero che l'eredità della R5 è stata raccolta da un modello di grande successo – la Clio – ma l'operazione può avere un ritorno importante sul piano dell'immagine nell'ambito di un pianmo industriale che con un gioco di parole è stato definito

la “Renaulution”. Dare un valore alle proprie tradizioni e ai propri valori può rappresentare un plus per un'azienda e la Renault nei prossimi mesi potrà valutare e trasformare in numeri le reazioni dei potenziali clienti dopo il lancio del prototipo.

Disegnata dal giovane designer Michel Bouè (che morì prima del lancio della vettura), la R5 venne presentata al Théâtre Marigny di Parigi il 28 gennaio del 1972 e conteneva alcune innovazioni assolute: il paraurti in materale plastico e le portiere senza maniglie, sostituite da un pulsante accoppiato ad un incavo per accogliere la mano. L'evoluzione del modello negli anni portò il lunotto termico, gli appoggiatesta, l'accendisigari, le cinque porte (nei primi anni esisteva solo quella a tre) poi arrivarono la Alpine, che montava un 4 cilindri da 1397 raffreddato ad acqua, e, tra il 1980 e il 1981, la Alpine Turbo, capace di traggiungere una velocità massima di 185 km/h, scattando da 0 a 100 km/h in soli 7.5 secondi. Infine la R5 turbo che superava i 200 km/h e passava da 0 a 100  km/h in 6,5 secondi. Un'auto che ebbe anche un'intensa carriera agonistica e fu capace di vincere il Rally di Montecarlo e molte altre gare su pista.

Nel frattempo il mondo è cambiato ma la Renault 5 si candida a diventare l'apripista di una nuova e pacifica rivoluzione francese.

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