Comportamenti sessuali a rischio, mancato uso del profilattico. Le malattie sessualmente trasmissibili sono in rapida diffusione soprattutto tra i giovani maschi. In casi gravi possono portare anche alla morte

A Cagliari, nel Consultorio familiare di via Romagna, opera il team coordinato da Raffaele Arca, dirigente di Ostetricia e ginecologia

Dottor Arca, cosa sono le malattie sessualmente trasmissibili?

«Le malattie sessualmente trasmissibili (Mts) dette anche infezioni sessualmente trasmissibili (Ist) sono un gruppo di infezioni batteriche, virali, parassitarie, fungine che si trasmettono attraverso i rapporti sessuali non protetti – vaginali, anali ed orali- con una persona infetta. Le infezioni batteriche sono: la gonorrea, la sifilide e la clamidia, il micoplasma o ureaplasma Le infezioni virali: Hpv (papilloma virus), Hiv (virus dell’immunodeficienza umana), l’Herpes genitale, l’epatite B e l’epatite C. Le infezioni parassitarie sono causate dal Trichomonas vaginale. Le infezioni fungine son determinate dalla presenza della Candida in regione vulvo-vaginale, orale e del pene».

Come si manifestano?

«I sintomi sono diversi a seconda della malattia e consistono in : perdite vaginali bianche, giallo-verdastre, addensate o schiumose, ulcere o lesioni della regione vulvare (nelle infezioni da Herpes genitale o da Sifilide), prurito, bruciore della vulva, della vagina e del pene, febbre con ingrossamento dei linfonodi inguinali e dolori durante i rapporti sessuali. Talvolta però possono non presentare alcun sintomo come accade nelle infezioni da Clamidia o da Hpv. L’assenza di sintomi favorisce la trasmissione della malattia da un soggetto inconsapevolmente malato – in quanto asintomatico - a uno sano».

Esiste la prevenzione?

«Il vaccino contro il virus Hpv può essere somministrato alle ragazze e ai ragazzi a partire dall’età di 11 anni. E’ gratuito fino al compimento di 26 anni e continua ad essere gratuito per le donne che hanno già avuto una lesione del collo dell’utero di grado elevato. Purtroppo ancora oggi l’adesione alla vaccinazione è ancora molto bassa (si attesta intorno al 50%) per la mancanza di comunicazione efficace o per la riluttanza alla vaccinazione di qualunque tipo. È bene ricordare che questo è l’unico vaccino capace di prevenire un tumore che può localizzarsi nel collo dell’utero, nel cavo orale, nell’ano e nel pene. Il 4 marzo è la giornata di sensibilizzazione alla vaccinazione anti Hpv. Esiste poi il vaccino contro l’epatite tipo B che può essere somministrato a qualunque età. Altra prevenzione è quella rivolta all’infezione da Hiv e si chiama Prep. Utilizza gli stessi farmaci antivirali che vengono usati per la cura dell’infezione, ma in questo caso a scopo preventivo, soprattutto nei soggetti che hanno più partner sessuali».

Come si curano?

«Le infezioni batteriche e parassitarie ( Gonorrea, Sifilide, Clamidia, Micoplasma e Trichomonas) si curano con l’utilizzo di antibiotici specifici per ciascuna malattia. Alcune forme batteriche , come ad esempio la Gonorrea e la Sifilide, possono essere resistenti alla terapia antibiotica e questo fatto facilita la diffusione della malattia. L’infezione virale da Hiv beneficia dell’uso di farmaci antiretrovirali che sono capaci di rallentare l’evoluzione verso l’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) ma non eliminano il virus che persiste nell’organismo. Le lesioni cutanee da Hpv, che sono delle escrescenze carnose presenti sulla vulva, intorno all’ano, sull’asta del pene o nel glande possono essere rimosse con l’utilizzo del laser o della diatermo-coagulazione. Le lesioni pretumorali del collo dell’utero vengono curate con l’asportazione di un cono di tessuto infetto (conizzazione laser o con ansa diatermica) L’Herpes genitale che si presenta con piccole bollicine sulla vulva, che evolvono rapidamente in ulcere, può essere curato efficacemente con l’utilizzo di farmaci antivirali. Purtroppo è soggetto a recidive come l’Herpes delle labbra che si ripresenta quando si riducono, per qualsiasi ragione, le difese immunitarie dell’organismo».

Anche per il virus dell’epatite C esistono farmaci antivirali?

«Purtroppo i farmaci usati per l’epatite B sono capaci di rallentare la progressione della malattia ma non eliminano il virus dall’organismo. I farmaci antifungini costituiscono la cura della micosi vulvare, vaginale e del pene».

Possono essere mortali?

«L’infezione da Hiv causa un progressivo indebolimento delle difese immunitarie che, se non diagnosticata e non curata tempestivamente, determina l’instaurarsi dell’Aids caratterizzata dalla comparsa di infezioni non curabili e tumori che sono la causa del decesso. Il virus Hpv è costituito da una famiglia di oltre 100 ceppi. Solo alcuni di essi sono la causa di tumori del collo uterino, dell’ano, del pene e del cavo orale. Per quanto riguarda le lesioni del collo uterino abbiamo la possibilità di identificare le forme pretumorali attraverso l’esecuzione di un Pap test che viene ripetuto ogni 3 anni oppure dell’Hpv Dna test ogni 5 anni. Per effettuare questi 2 test è sufficiente un prelievo delle cellule del collo dell’utero utilizzando uno spazzolino. La mancata esecuzione impedisce una diagnosi precoce e lo sviluppo della malattia che evolve verso il tumore invasivo che determina la morte. Esiste un programma di screening con chiamata diretta rivolta a tutte le donne di età compresa tra 25 e 64 anni per l’esecuzione del Pap test presso i Consultori familiari diffusi in tutta la Sardegna e il Centro Donna dell’Ospedale Binaghi di Cagliari, per quanto riguarda la nostra Asl».

I giovani corrono maggiori rischi?

«Si, per una serie di motivi, tutti ugualmente importanti, che dovrebbero farci riflettere sull’importanza di una educazione scolastica, purtroppo ancora assente nei programmi curricolari, necessaria per assumere la consapevolezza dell’esistenza di queste infezioni-malattie e adottare di conseguenza, in modo responsabile, tutte le precauzioni indispensabili per evitare il contagio.

I giovani e le giovani sono esposti maggiormente al rischio in quanto hanno una percezione del rischio molto bassa, pertanto non utilizzano il preservativo. Qualcuno non lo utilizza per il timore di essere giudicato dalla o dal partner come presunto probabile portatore di malattia. Il costo del preservativo è un altro dei motivi che ne impedisce l’utilizzo. Se consideriamo il numero dei rapporti sessuali che avvengono tra i giovani i quali vivono in un momento di esplorazione della realtà circostante e vanno alla ricerca del o della partner ideale che soddisfi i propri desideri, appare evidente che all’aumento di frequenza dei rapporti sessuali aumenti la probabilità di incorrere in una infezione se non si utilizza il preservativo. Il mancato utilizzo poi può nascere dalla convinzione che questo riduca il piacere sessuale e il tempo necessario per calzarlo interrompe il momento magico della fase di eccitamento. Un altro maggiore rischio rispetto agli adulti è legato al costo degli esami necessari per conoscere un’eventuale infezione asintomatica; la mancata esecuzione è dovuta anche al timore di venirne a conoscenza. Le coppie monogame considerano l’uso del preservativo inutile in quanto partono dal presupposto che il partner sia sano anche quando potrebbe essere portatore di malattia senza sintomi.

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