Piramide di Paura: 40 anni dopo il flop, i fan di Sherlock Holmes si innamorano del film
La conferma nei forum dei fan di Sir Arthur Conan DoylePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I puristi, gli appartenenti al “The Backer Street Irregulars”, la società letteraria che dal 1934 raggruppa gli appassionati più radicali e ortodossi del mondo creato da Sir Arthur Conan Doyle, non amano i prodotti “apocrifi”, ovvero i racconti, i film, i fumetti e tutto ciò che si ispira al personaggio di Sherlock Holmes. C’è però una eccezione: “La Priamide di Paura”, titolo originale “The Young Sherlock Holmes”, diretto da Barry Levison, con sceneggiatura di Chris Columbus (quello di Harry Potter, Mamma ho perso l’Aereo e Gremlins) e prodotto, nientemeno, che da Steven Spielberg.
Nel panorama delle trasposizioni cinematografiche dedicate all’investigatore londinese, il film - che tra qualche settimana compirà 40 anni, visto che è uscito negli Stati Uniti il 4 dicembre 1985 - immagina l’incontro tra Holmes e Watson già in età adolescenziale, ben prima dunque di quando Sir Arthur Conan Doyle li farà incontrare nel romanzo “Uno studio in rosso”. E se la pellicola si prende più di una libertà narrativa, per gli appassionati della BSI è forse l’unico che conserva lo spirito dell’opera originale.
Ambientato nella Londra vittoriana del 1870, Piramide di Paura segue le vicende del giovane John Watson, appena trasferitosi al Brompton College, dove fa la conoscenza di Sherlock Holmes. Il ragazzo, già dotato di straordinarie capacità deduttive, si distingue per il suo acume, la passione per la chimica e il violino, e una certa tendenza alla misantropia. Accanto a lui, Watson si rivela un compagno leale, curioso e socievole. Insieme, i due si trovano coinvolti in una serie di misteriosi suicidi che si rivelano essere omicidi orchestrati da una setta egiziana dedita a sacrifici umani. Sin qui la trama.
La scenografia ricostruisce con cura una Londra cupa e verosimile, tra vicoli nebbiosi, carrozze e templi sotterranei. L’ambientazione egizia, molto in voga nell’Ottocento, è un omaggio a Conan Doyle e al suo racconto La Mummia. Anche per questo – per i continui tributi fatti al creatore dell’investigatore più famoso di sempre - Piramide di Paura è ancora oggi amato dagli appassionati. Eppure la sua uscita fu un flop totale, un clamoroso insuccesso al botteghino rispetto ai costi di produzione. La scelta di rappresentare Holmes adolescente non convinse né il pubblico adulto né quello dei ragazzi, vista l’eccessiva tensione che sfociava spesso nell’horror classico. Eppure, il film – come gli è stato riconosciuto dopo anni - anticipa molte delle atmosfere e delle dinamiche che quasi mezzo secolo più tardi hanno reso celebre la saga di Harry Potter: il trio protagonista (oltre a Sherlock Holmes e a Watson, c’era anche Elizabeth Haredy, il primo amore del giovane investigatore), poi ancora il college come luogo di formazione e mistero, il bullo antagonista, la magia che si mescola alla realtà. E come spesso accade per le opere incomprese, dopo anni Piramide di Paura è diventato un piccolo cult da riscoprire, apprezzato anche dai fan più intransigenti dell’universo inventato da Conan Doyle.
Una curiosità. Il film è uno dei primi mai a usare la grafica computerizzata, firmata da John Lasseter, diventato poi celebre con la casa di produzione Pixar