Neo e i suoi fratelli, i robot umanoidi escono dai romanzi per entrare nei nostri salotti
In vendita a 20mila dollari o con abbonamento mensile, mentre in Cina apre il primo centro commerciale specializzatoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Adam è un robot umanoide che 1) sbriga le faccende domestiche, 2) pensa e impara, 3) ha una coscienza, 4) costa 86.000 sterline. È l’avamposto tecnologico in un mondo letterario che Ian McEwan racconta in “Macchine come me”. «Era arrivato il momento di scrivere un romanzo su come ci sentiremmo nel vivere a contatto con una mente non umana», spiegò l’autore nel 2019. Oggi il pronipote di Adam si chiama Neo, è alto 165 centimetri, pesa 30 chili, ma soprattutto lo puoi acquistare davvero per 20.000 dollari o con un abbonamento mensile di 499 dollari. Dal 2026 potrebbe colonizzare le case di mezzo mondo: una rivoluzione che gonfia la vela del progresso e ingigantisce le (tante) paure.
Gli interrogativi
Xpert digital, il sito web che si occupa di tecnologia, lo giudica così: «È l’anticipazione di una rivoluzione tecnologica ed economica che potrebbe cambiare radicalmente i nostri mercati del lavoro, la nostra privacy e il tessuto sociale. (...) Questo sviluppo solleva interrogativi fondamentali: Neo è la soluzione alla carenza di manodopera qualificata nel settore dell’assistenza o una minaccia per milioni di posti di lavoro nel settore dei servizi? Un ingegnoso ausilio quotidiano o un imprevedibile mostro di raccolta dati nei nostri salotti? L’arrivo di questo robot domestico segna una svolta, rendendo inevitabile un esame approfondito delle opportunità e dei rischi di un futuro automatizzato». Molti ne parlano come fosse «la prossima grande novità dopo l’intelligenza artificiale», di sicuro «i giganti della tecnologia stanno investendo miliardi in robot umanoidi come Neo».
Le prospettive
Un campionario ragionato delle novità lo offre Kevin Net, responsabile del polo Asia della società per la gestione fondi finanziari La Financière de l’Échiquier, in un articolo dal titolo “Robot umanoidi, la rivoluzione in atto”: «Se Tesla ha catturato l’attenzione con il suo robot Optimus, molte sono le aziende cinesi che, a loro volta, stanno sviluppando degli umanoidi, che si tratti di società affermate come Xiaomi o BYD, o di start-up come Unitree Robotics. (...) Un report della Bank of America stima che il numero di umanoidi raggiungerà il milione entro il 2030 e i 3 miliardi nel 2060». Un business alimentato da un effetto moltiplicatore che sta cambiando le prospettive del mondo, sostiene Net: «I robot umanoidi hanno già trovato riscontro in Borsa quest’anno. La complessità della catena del valore – semiconduttori, AI, software, batterie, componenti elettronici, motori, sensori – porta a moltiplicare le opportunità di investimento. È una rivoluzione equivalente a quella dell’automobile: tra 10 anni sarà parte integrante della nostra vita quotidiana, liberando così tempo utile per l’umanità».
Il supermarket
A Pechino c’è un centro commerciale che ha come obiettivo la trasformazione dei robot umanoidi in beni di consumo di massa. Ha aperto i battenti nel cuore hi-tech della capitale cinese, lo racconta Lucio Prosperi sul web magazine iGizmo: «Funziona secondo un modello “4S” ispirato alle concessionarie automobilistiche: vendita, assistenza, ricambi e sondaggi clienti, tutto sotto lo stesso tetto. La struttura, distribuita su quattro piani, ospita oltre 100 modelli di robot provenienti da circa 200 marchi, inclusi colossi come Ubtech Robotics e Unitree Robotics. I prezzi variano dai gadget domestici da 278 dollari a sofisticati umanoidi dal valore di milioni. (...) L’offerta è quanto più variegata possibile: ci sono robot progettati per cucinare, preparare caffè, dispensare medicinali, dipingere e persino praticare sport. Un’area intrattenimento ospita gare tra robot, mentre un ristorante interno serve piatti cucinati e consegnati interamente da chef e camerieri robotici». Il futuro è già qui: gli esseri umani sapranno gestirlo senza farsi travolgere?
