La lite attorno al dischetto del calcio di rigore tra i giocatori dell’Udinese, nella sfida di venerdì 21 febbraio a Lecce, su chi dovesse battere il penalty non è una novità: certamente vedere Lorenzo Lucca circondato dai compagni, quasi strattonato nel tentativo di prendergli il pallone per consegnarlo a Thauvin (rigorista incaricato), è stato un episodio davvero al limite. E ancora più surreale è stata l’esultanza in solitaria di Lucca dopo la realizzazione del rigore (tra l’altro un penalty apparso davvero molto generoso). E la polemica è proseguita in panchina dopo la decisione dell’allenatore Runjaic di toglierlo dal campo. Ma nella storia del calcio i casi di liti e discussioni su chi fosse il rigorista sono numerosi.

Lookman deluso dopo il rigore fallito

A iniziare dalle parole di Gasprini, allenatore dell’Atalanta, dopo il penalty fallito da Lookman in Champions League nella partita persa contro il Bruges. Questa volta in campo non è accaduto niente ma a sollevare il polverone sono state le parole del tecnico nerazzurro: «Lookman non doveva calciare, chiaramente: è uno dei peggiori rigoristi che abbia mai visto. Anche in allenamento ha una percentuale di realizzazione bassissima. I rigoristi erano Retegui e De Ketelaere. Evidentemente era euforico e c’è stato questo episodio. Non è stato un bel gesto anche se certamente avremmo potuto sbagliarlo anche con un altro». A Lookman non sono piaciute le parole dell’allenatore e ha replicato sui social: «Il rigorista designato mi ha incaricato di calciare e l’ho fatto» definendo le dichiarazione di Gasperini «irrispettose e dolorose».

E lo scorso ottobre in Fiorentina-Milan i rigori sono stati due. Il primo fallito da Theo Hernandez, con Pulisic rigorista che gli aveva ceduto l’incombenza. Poi c’è stato un secondo penalty. Questa volta Pulisic aveva già il pallone in mano ma Tomori glielo ha sottratto per darlo ad Abraham. Risultato? Secondo errore dal dischetto con De Gea grande protagonista con la seconda parata decisiva. Alla fine della partita persa dal Milan 2-1, l’allora allenatore Fonseca non le aveva mandate a dire: «Non deve succedere mai più, l’ho detto ai giocatori. Il tiratore incaricato e Pulisic». E sempre in questa stagione, a settembre, in Fiorentina-Lazio sono stati due i rigori concessi alla viola. Dal dischetto Gudmundsson è stato infallibile, con un due su due. Ma in occasione del secondo penalty c’è stata una discussione lunga con Kean, rimasto accanto al compagno di squadra, volendo batterlo lui. L’allenatore Palladino nel dopo gara ha spento ogni polemica: «Non c’è una gerarchia nei rigori. L’importante è avere tanti giocatori che li calciano bene».

Neymar (a sinistra) e Cavani

Di esempi ce ne sono davvero tanti. Ad aprile dell’anno scorso nel campionato inglese, il Chelsea sul 4-0 contro l’Everton si è visto assegnare un calcio di rigore. Ne è nata una discussione con lite tra Madueke e Jackson, ma alla fine Gallagher e Palmer sono intervenuti, spintonando anche un compagno, per prendersi il pallone. Alla fine è stato Palmer a realizzarlo, tra mille polemiche. L’allenatore Pochettino non aveva nascosto la sua rabbia: «I giocatori non si possono comportare in questo modo. È l’ultima volta che accetterà un comportamento di questo tipo. La prossima volta saranno tutti fuori». E in passato ci sono state liti famose tra Cavani e Neymar nel Psg: il primo non ha lasciato il pallone al compagno di squadra, andando poi a fallire il penalty. Nel 2019, la discussione tra i compagni di squadra dell’Ascoli (campionato di serie B) è terminata con Ninkovic obbligato a far calciare il rigore a da Cruz. E dopo la realizzazione, l’attaccante ha chiesto la sostituzione: l’allenatore Paolo Zanetti lo ha accontentato dopo un pochino per poi spiegare nel dopo partita: «Ho a che fare con uomini, non con ragazzini. Al di là del battibecco che non deve accadere perché siamo professionisti, la cosa brutta è stata aver chiesto il cambio e questo significa pensare a se stessi e non alla squadra».

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