In Perù vale la pena andarci. Almeno una volta nella vita
Una classe politica per nulla all’altezza in un Paese meraviglioso, segnato da colori, bellezze paesaggistiche e tanta povertàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La ricchezza di pochi, la povertà di molti (con le facce tristi). È il Perù. Una classe politica per nulla all’altezza: il 10 ottobre, a riprova dell’ennesimo fallimentare mandato di governo, è stata destituita Dina Boluarte, la presidente, la prima, eletta nel 2021 con la sinistra e passata un anno dopo con quella stessa destra che ha finito per cacciarla. Boluarte capace di fare storia solo per il massacro di cinquanta manifestanti (decine i feriti) che nel 2022 scesero in piazza per chiedere nuove elezioni contro il maxi inciucio politico. Il nuovo premier ad interim, José Enrique Jerí Oré, 38 anni, in carica dallo stesso giorno di ottobre, non appare più democratico: toni da dittatore e soprattutto ha ancora la piazza contro (la sua guida non piace per nulla ai giovani). Insomma, vivere in Perù, che dal 1990 al 2000 ha sopportato pure il regime di Alberto Fujimori, è dura. Durissima. Ma il Paese merita di essere visitato almeno una volta nella vita.
Il Perù conta 34,6 milioni di abitanti in oltre un 1,2 milioni di chilometri quadrati. Per avere un ordine di grandezza: in Italia siamo 60 milioni in poco più di 300mila chilometri quadrati. Tant’è: lì la densità abitativa è di 27 residenti per chilometro quadrato; da noi si viaggia su quota 200. Il fatto è che le Ande occupano una vasta porzione del Paese e per ovvie ragioni di altitudine sono disabitate. Ma la bellezza è concentrata soprattutto in quelle montagne sospese tra cultura Inca e natura. Tra colori, caldo e freddo. Un tripudio di colori, impennate di caldo e freddo ostinato. Tutto insieme, sino a restare inebriati da quel mix.
Cusco è una tappa obbligata. Un gioiello. Pur nei suoi quartieri più poveri. Il centro storico, curatissimo, a misura di turismo, è fatto della stessa pasta di tanti paesi sardi. Dominano i ladiri, i mattoni in terra cruda. Un impasto di fango e paglia. Per finestre e portoni soprattutto il colore prediletto è l’azzurro, considerato capace di proteggere le case dalla cattiva energia. A conti fatti uno scudo spirituale. Le abitazioni dei cattolici, in una terra estremamente legata a Santa Romana Chiesa ma anche permeata da forti credenze indigene pre-colombiane, si riconoscono per i due tori sul tetto. Precisamente los toritos de Pucará, in ceramica, che ugualmente sono considerati un potentissimo antidoto contro la mala sorte, portatori di fertilità, prosperità e armonia. Sono due – e così deve essere – perché rappresentano sia l’energia maschile che quella femminile.
A Cusco è imperdibile il quartiere di San Blas, culla bohémien di artigiani e artisti. Chi vive da quelle parti ha capito benissimo cosa cercano i turisti e di quello vivono: per scattare le foto alle donne con gli abiti tradizionali si deve dare una mancia. Idem per farsi la foto con i baby alpaca, portati in giro per gli stessi motivi, sempre da ragazze e signore che indossano i vestiti peruviani. Il cui materiale dipende dal clima: si va al cotone alla lana.
Cusco è anche la base per andare a Machu Picchu, la reggia estiva fatta costruire intorno al 1440 da Pachacútec, imperatore Inca. I biglietti per arrivarci ed entrare nel sito si possono fare dall’Italia. È però necessario abbandonarsi alla logica del farsi spennare. Perché in Perù, dove si spende pochissimo per mangiare e non troppo per dormire, anche in hotel confortevoli, tutto diventa carissimo per raggiungere Machu Picchu. Bisogna mettere nel conto la soluzione combinata bus+treno, da 150 dollari: così si arriva ad Aguas calientes, il borgo ai piedi del sito, dove è consigliatissimo trascorrere una notte. Non fosse altro che vale la pena vivere l’emozione di stare in una tasca delle Ande, costruita anche questa a misura di vacanzieri, a duemila e quaranta metri di altitudine. Machu Picchu è quattrocento metri più in alto, mentre Cusco è quasi a 3.400 metri.
A proposito: il mal di montagna è una brutta cosa. Scoppia la testa. La soluzione, oltre a pastiglie a base di erbe in vendita in tutte le farmacie, è scendere di quota e poi risalire.
Infine Lima: Barranco e Miraflores sono i due quartieri più belli sul mare. Affacciati sul Pacifico. Nella capitale peruviana, il cui centro storico è ugualmente delizioso con i tipici balconi in legno, non ci si può non fermare. Fosse anche solo per una notte.
