Finchè morte non vi separi? Per le baby boomers sempre non è per sempre
Boom di divorzi “grigi” e a fare il primo passo sono soprattutto le donnePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono soprattutto le signore a dare un taglio al matrimonio, le ragazze della generazione Boomer che hanno vissuto la rivoluzione dei costumi e fatto le battaglie per l’autodeterminazione delle donne. Arrivate all’età della pensione, dotate di autonomia finanziaria e prospettive di vita lunga, cancellano un matrimonio che non le rende felici, e non sempre per imbarcarsi in un nuovo amore.
Nell’età della vita in cui tanti capitoli dovrebbero essere definiti, molte coppie divorziano. Un numero che negli ultimi dieci anni in Italia è addirittura triplicato tra chi ha 60 anni e più. Nel 2014, secondo le rilevazioni Istat, i divorzi grigi – questa la definizione comparsa per la prima volta negli Stati Uniti in un articolo del Journal of Divorce del 1982 - erano stati 3.692 su un totale di 52.335, nel 2023 (l’anno dell’ultimo rilevamento) 9.913 su 79.875. Oggi oltre un divorzio su cinque (per la precisione il 26%) riguarda coppie in cui, lui e lei, hanno 50 anni o più.
L’addio definitivo arriva dunque dopo trenta, quarant’anni e oltre di matrimonio. Sono sempre di più, anche in Sardegna, le coppie di coniugi che decidono di sciogliere l’unione in età da pensione. Un incremento del 40% dal 2015 al 2023, ed è tutto dire se si pensa che nel 1974 questa quota di addii era il 3,2 per cento del totale, mentre nel 2015 contava già il 14,6%. Un decennio fa il grosso dei divorzi riguardava coppie tra i 40 e i 49 anni, oggi la maggior parte degli aspiranti ex coniugi è over 60, con la fascia anagrafica delle settantenni ben rappresentata.
In totale, sono circa 56mila i divorziati, oggi in Sardegna. Le fasce più consistenti sono quelle degli over 55, i nati prima del 1969, con il numero più alto (10.460) tra i 55 e i 59 anni; 8.749 tra i 60-64enni; 6.235 tra i 65-69 anni; 4.123 tra i 70 e i 74 anni; 2.493 tra i 75 e i 79 anni; 1.239 tra gli 80 e 84 anni; fino ai 649 tra gli over 85.
Un fenomeno in costante crescita anche per ragioni demografiche, legate all’invecchiamento della popolazione (materia in cui la Sardegna batte tutti) e quindi a una maggiore aspettativa di vita. Basti dire che, sulla popolazione generale, nel giro di vent’anni gli over 65 sono passati dal 17,1% al 26,8%. Il tutto mentre sul versante delle classi giovani la scelta di un legame stabile si concretizza perlopiù nella convivenza, sempre meno nel matrimonio. Ma quali sono le ragioni dell’incremento dei divorzi grigi? «Intanto contesterei il termine “grigio” perché vuole dare l’idea di canizie, di un tempo della vita sul viale del tramonto, e in realtà così non è», avverte Ester Cois, sociologa dell’Università di Cagliari e studiosa delle dinamiche di genere e della famiglia. «I cosiddetti nuovi anziani, che fatico a chiamare così, in realtà sono partecipi, attivi anche dal punto di vista relazionale ed emotivo, e quindi continuano a investire su di sè, sulla propria gratificazione, su un futuro percepito come pieno di promesse».
Un ritratto che, sottolinea la professoressa Cois, «già qualche anno fa riguardava il genere maschile, mentre oggi la vera novità è l’arrivo delle 60enni-65enni, la prima generazione di donne entrata in massa nel mercato del lavoro tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. Donne che hanno conseguito un’autonomia economica tale da consentire loro, anche dopo la pensione, autonomia e libertà, tanto da non dover restare legate in un rapporto insoddisfacente. Tanto più se i figli sono andati via di casa». Insomma, «visto che davanti c’è ancora un lungo periodo attivo, con interessi, amicizie, viaggi, si può liberamente decidere di rivedere le proprie scelte private, familiari». In un tempo in cui, tra l’altro, «è molto meno presente lo stigma della separazione e del divorzio, anche tra le generazioni in età più matura».
