Il lockdown non ha fermato gli escursionisti. E nell'anno della pandemia 2020 l'attività del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ha registrato dati che certificano un record che sarebbe stato impensabile quando la pandemia ha costretto tutti a rinchiudersi in casa. Nell'anno passato si è registrato il più alto numero di interventi di soccorso nella storia del Corpo. In totale sono state compiute 10.279 missioni, di cui 7.658 in terreno impervio, con l'impiego di 43.247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiego. Oltre 450, purtroppo, le vittime in montagna. Il 2020 ha superato seppur di poco - per chiamate di soccorso - il 2019, che a sua volta si era chiuso con un significativo balzo in avanti dell'attività di soccorso rispetto al 2018, passando da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%).

Un intervento di elisoccorso (foto Sass)

La Sardegna Anche nell'Isola l'attività di soccorso è stata intensissima. Nel 2020 il numero degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico Sardegna è stato di 44 missioni di soccorso svolte dai tecnici delle Stazioni Alpine e Speleologiche, su attivazione del 118, Prefetture, forze dell'ordine e su chiamata diretta. A questi si devono sommare 47 missioni specifiche in Ambiente impervio portate a termine in collaborazione con il servizio di elisoccorso. Da evidenziare il dato delle 1.372 cosiddette missioni Hems svolte dai tecnici di elisoccorso del Sass sulla base della convenzione stipulata con l'Areus, ovvero l'agenzia regionale per l'emergenza urgenza. 

Salvataggio in grotta (foto Sass)

L'Ogliastra è la terra più frequentata dagli escursionisti e alla stesso tempo la più insidiosa. Non è un caso che la maggior parte degli interventi di soccorso, ovvero 28, il Sass li abbia effettuati tra Genna Silana e la foce del Flumendosa. Gli altri si sono registrati nelle province di Nuoro (20), Sud Sardegna (16), Sassari (15), Cagliari (10) e Oristano, appena 2. Il picco degli interventi si è registrato nei mesi di luglio e agosto e, dopo un settembre tranquillo, i soccorritori sono entrati in azione frequentemente a ottobre. I risultati conseguiti nel 2020 hanno soddisfatto i vertici sardi del Soccorso alpino e speleologico, che conta su una task force di 147 tecnici di soccorso alpino e 90 tecnici di soccorso speleologico. Si evidenziano ulteriori specializzazioni in contesti specifici: 9 piloti sapr, 4 tecnici disostruttori, 15 tecnici di elisoccorso, 26 tecnici di ricerca, 39 tecnici di soccorso in forra, 9 tecnici speleosubacquei e 4 unità cinofile. 

Soccorso in montagna (foto Sass)


"Il lockdown imposto dall'emergenza epidemiologica da Covid-19 e le successive restrizioni che si sono succedute", osserva il presidente regionale del Sass, Guido Biavati, "hanno limitato notevolmente le attività degli amanti dell'outdoor, ma anche determinato una più alta concentrazione della presenza degli escursionisti durante i periodi estivi. Nonostante questo, il nostro Servizio Regionale ha fatto fronte a diversi interventi, soprattutto nel territorio ogliastrino, in soccorso ad escursionisti ed arrampicatori". La macchina dei soccorsi ha funzionato alla perfezione anche in piena emergenza sanitaria. "Nonostante le notevoli difficoltà imposte dalle prescrizioni volte a contrastare il contagio da coronavirus - conclude Biavati - l'operatività e le attività addestrative sono rimaste invariate assicurando l'efficienza nel pieno rispetto delle disposizioni governative". 

Soccorso fluviale (foto Sass)


A livello nazionale l'anno da record ha testimoniato che l'impegno profuso dal Sass si è moltiplicato specialmente prima della stagione estiva. E in Sardegna, nel corso dell'anno, quando le limitazioni governative l'hanno permesso, i tecnici hanno tenuto alto il livello della preparazione, grazie agli eventi addestrativi e formativi svolti a livello regionale e nazionale, nelle varie specializzazioni: alpina (16) speleo (19), forra (5), ricerca dispersi (10), speleosub (11), elisoccorso 15, unità cinofile 15, piloti sapr 9. Un impegno in linea con quello affrontato a livello nazionale. 

"L'attività del Soccorso Alpino e Speleologico è stata particolarmente intensa durante la scorsa estate. Nonostante i lockdown non ci siamo fermati nella preparazione e l'addestramento, sin dalla primavera, consapevoli che saremmo stati chiamati ad un impegno corposo nei mesi successivi. - ha dichiarato Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico -. Ci siamo messi anche a disposizione delle strutture di Protezione Civile, durante l'emergenza, e nel contempo abbiamo studiato nuovi e efficaci protocolli d'intervento in chiave di contenimento del rischio biologico, per garantire la sicurezza delle persone soccorse e limitare i contagi fra i nostri operatori. Posso dire con orgoglio che grazie all'impegno del nostro personale, e grazie alle dotazioni e i DPI acquistati, non abbiamo riscontrato casi di contagio durante le nostre operazioni di soccorso. Il Soccorso Alpino e Speleologico si farà trovare pronto anche per i mesi a venire: in vista dell'estate che incombe ci aspettiamo una nuova, pacifica, invasione delle montagne italiane, potendo contare forse anche su una parziale ripresa dell'utenza turistica internazionale. Quel che è certo è che tante persone hanno riscoperto il piacere della montagna: un bene per l'economia delle "terre alte" e per l'intero Paese". 

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