Sono trascorsi più di tre mesi da quando sono stati ritrovati i corpi senza vita di Luigi Gulisano e Marisa Dessì, i due coniugi di 79 e 82 anni che vivevano nel loro appartamento in via Ghibli a Cagliari. Quella che in un primo momento sembrava poter essere una assurda tragedia, con i primissimi accertamenti che avevano fatto pensare a un doppio avvelenamento per del cibo, si è poi trasformata in un delitto: un mese dopo il figlio minorenne Claudio è stato arrestato, ed è finito in carcere, con l’accusa di duplice omicidio per aver avvelenato i genitori con del nitrito di sodio. Il motivo? Questioni economiche. Un delitto che ha scosso la città e in particolare il quartiere dove la coppia viveva da molti decenni.

In questi tre mesi abbondanti ci sono stati molti colpi di scena, numerosi sopralluoghi nella casa del delitto da parte dei Ris, accertamenti e analisi. E in tutto questo tempo i corpi dei coniugi restano sotto sequestro per una questione burocratica ma anche per eventualmente svolgere ulteriori accertamenti nel caso ci fosse la necessità.

I Ris in azione in via Ghibli

Per ora l’inchiesta della Procura di Cagliari, con le indagini svolte dai carabinieri della stazione di San Bartolomeo, del nucleo operativo della compagnia di Cagliari e del nucleo investigativo provinciale, ha portato a raccogliere numerosi indizi a carico del figlio Claudio, difeso dall’avvocato Luigi Sanna. Il 44enne è in carcere dal 30 dicembre: si è da subito professato del tutto estraneo ai fatti. Ma come detto ci sono degli indizi che hanno portato l’autorità giudiziaria a ritenerlo fortemente sospettato di aver commesso il duplice omicidio, tanto da far scattare la custodia cautelare in carcere. Claudio Gulisano avrebbe inviato dal telefono del padre, la mattina del 5 dicembre (il giorno del ritrovamento dei corpi senza vita fatta proprio dal figlio minorenne), un messaggio, sarebbe stato visto da una testimone la stessa mattina dalle parti del palazzo di via Ghibli (agli inquirenti avrebbe detto di non essere passato a trovare i genitori in quei giorni) e ci sarebbero dei passaggi di denaro sul suo conto da quello dei coniugi. Sarebbero emerse altre contraddizioni tra quanto dichiarato da Claudio Gulisano e quanto emerso dalle indagini. Non solo. A luglio dell’anno scorso, gli anziani coniugi si sarebbero recati proprio nella caserma di San Bartolomeo per raccontare a un militare che il figlio continuava a chiedere soldi. Una preoccupazione, un timore espresso a voce: non c’è stata alcuna denuncia o segnalazione scritta. Ma anche su questo aspetto i carabinieri stanno svolgendo accertamenti.

Diversi indizi, ma non ci sarebbe ancora una prova “regina”. Prova che si spera di trovare nei numerosi reperti sequestrati dai Carabinieri del Ris di Cagliari nei diversi sopralluoghi effettuati nell’appartamento della coppia. L’ultimo il 10 marzo. Sono stati prelevati tantissimi oggetti e sono state svolte accurate verifiche sull’abitazione e in particolare nello studio, la stanza dove sono stati trovati i corpi senza vita dei coniugi. Importanti inoltre le indagini tecniche sul telefoni cellulari e sui pc della coppia e del figlio accusato del duplice omicidio. Si cerca di trovare qualche messaggio o qualche ricerca sul web che possa avvalorare ulteriormente la tesi accusatoria. Tutta questa mole di lavoro sta inevitabilmente allungando i tempi e l’altro figlio, Davide Gulisano, del tutto estraneo alla vicenda e assistito nella vicenda come persona offesa dall’avvocato Gianluca Aste, non può ancora organizzare il funerale dei genitori per l’ultimo doloroso saluto.

La tesi dell’accusa è che Luigi Gulisano e la moglie siano stati avvelenati, probabilmente tra il 4 e il 5 dicembre, mescolando il nitrito di sodio con zucchero o latte, qualcosa che utilizzavano regolarmente per fare colazione. Poi la morte e il ritrovamento dei corpi la sera del 5 dicembre.

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