Un storia vorticosa, come le eliche che disegnano le caratteristiche genetiche: il Dna. All’inizio di questo secolo di guerre e pestilenze alcuni scienziati si accorgono che negli abitanti dell'Ogliastra è più 'prezioso' che altrove. Più omogeneo, più facile da leggere. Un genetista sardo, Mario Pirastu, crea un “parco genetico” per studiare i geni millenari di questa terra. Una sfida tra passato e futuro, ricerca e business che comincia tra Talana e Perdasdefogu e poi coinvolge le genti di 10 paesi tra Ogliastra e Barbagia Seulo. In pochi anni viene creato un tempo biologico, il parco Genos, in cui si studiano le caratteristiche genetiche e le possibili applicazioni della ricerca. In dieci anni vengono raccolti i campioni di 13 mila cittadini.

La collezione di codici cela l'elisir di lunga vita, custodito in migliaia di provette. Gli allori non tardano ad arrivare. Una pioggia di pubblicazioni sulle riviste scientifiche di mezzo mondo, che pareva essere solo il luccichio di un tesoro tutto da scoprire. I problemi cominciano nel 2007 e continuano negli anni a venire. La Finanza indaga sulla SharDna di Renato Soru e già allora gli amministratori cominciano a chiedersi se tutto il patrimonio genetico conservato nella biobanca possa essere monetizzato, venduto, gestito, un nodo giuridico a cui il Garante e i Tribunali, al giorno d’oggi, cercano di dare risposta.

Com'è andata a finire si è visto. Soru nel 2009 ha venduto alla Fondazione San Raffaele. Nel 2012 il tracollo della creatura di don Verzè abbandona Shardna al fallimento. Ma al Parco Genos di Perdasdefogu i contraccolpi erano arrivati già nel 2011, quando con il progetto a corto di fondi, i dipendenti erano stati licenziati e il gran lavoro fatto fino a quel momento finito. Nel 2014 l’incubo degli ogliastrini si materializza: 230 mila provette di sangue e plasma col Dna degli ogliastrini, cartelle cliniche, risultati di visite specialistiche, alberi genealogici, studi medici, tutto il patrimonio edibile di Shardna, viene acquistato per 258 mila euro (prezzo base, non si è presentato nessun altro) dalla Tiziana Life Sciences, società londinese fondata dall'italiano Gabriele Cerrone e quotata in Borsa. Un brutto colpo nonostante la società si fosse  affrettasse a spiegare come il consenso informato andasse rinnovato. Già, la volontà del cittadino. Il nodo cruciale di tutta questa storia. Tuttavia ancora qualcosa doveva succedere, senza che più nessuna provetta ormai da anni venisse studiata, aperta, analizzata.

Nell’agosto del 2016 spariscono 25 mila provette dai laboratori Genos. Vengono ritrovate qualche tempo dopo in un ospedale di Cagliari. La vicenda solleva un polverone giudiziario. Mario Pirastu e altre tredici persone finiscono nei guai accusati a vario titolo di furto aggravato, peculato, abuso d'ufficio, falsità materiale, violazione delle norme in materia di protezione dei dati personali, trattamento illecito dei dati e inosservanza dei provvedimenti del Garante. Come è noto tutti sono stati poi scagionati. Tuttavia da quella faccenda è rimasta una pesante eredità, i campioni furono posti sotto sequestro, tutt’ora vigente, nonostante i frigoriferi contenenti i campioni con il materiale genetico dono di 13 mila cittadini ogliastrini, alla luce della battaglia legale condotta dall’Associazione Identità Ogliastrina siano stati caricati sul camion, destinazione Sassari, dove verranno custoditi. Per il momento nessuno studia il Dna, che ha lasciato l’Ogliastra e non si sa se vi farà ritorno.

La battaglia è legale, la scienza può attendere. Una lunga serie di ricorsi continuano a dipanare la matassa in materia di privacy e consenso, del diritto dei donatori ad essere informati del cambio di titolarità e di mille altri rivoli di una faccenda a doppia elica. 

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