A volte ritornano. Sarà che il vintage è di moda, sarà che i soliti boomers hanno voglia di riscoprire le emozioni del passato, sarà che la storia qualche volta ha bisogno di essere ricordata, valorizzata e monetizzata. Sta di fatto che alcune case automobilistiche stanno riportando in auge modelli del passato in versione moderna ed elettrificata.

Chi sembra crederci più di tutte è la Renault di Luca De Meo, il bocconiano golden boy dell’auto con un passato in Fiat, Seat, Audi che da due anni è presidente e amministratore delegato di Renault. Al salone dell’auto di Parigi, lo scorso ottobre, ha presentato i concept delle eredi delle iconiche R4 e R5. La prima dovrebbe entrare in produzione nel 2025, la seconda il prossimo anno.

Dice, De Meo, che rappresenteranno un passo importante verso la “democratizzazione” del mercato delle elettriche, visto che sinora i prezzi delle auto a batteria appaiono proibitivi per gran parte degli italiani. Rappresenteranno, insomma, ciò che rappresentarono nella loro versione originale. La R4 è stata prodotta per 31 anni, dal 1961 al 1992, la R5 dal 1972 al 1984. La prima fu l’auto degli impiegati e della classe lavoratrice francese, poi del popolo freak, la seconda veniva acquistata soprattutto dalle donne e dagli under 30.

L’erede della R4 sarà una sorta di fuoristrada con ruote alte, quella della R5 sarà più squadrata e ricorda i modelli più sportivi dell’utilitaria. Avranno lo stesso pianale che costerà il 35% in meno rispetto a quello di un modello medio elettrico della casa francese come la Megane.

“Le venderemo quasi tutte in leasing, con contratti di noleggio, lo vediamo già con la Mégane, non c’è quasi nessuno che la compra cash”, ha raccontato in un’intervista a Quattroruote De Meo. “Significa”, ha  sottolineato, “che se un’auto elettrica di segmento b costa mediamente 5-6 mila euro in più di una corrispettiva termica, simulando le rate mensili si ottengono prezzi non distanti da quelli delle macchine tradizionali”.

Se è vero, significa che le nuove R4 e R5 avranno un prezzo decisamente inferiore a quello della 500, prima esperienza di successo di replica di un modello storico elettrificata poco più di un anno fa.

Fu la Volkswagen, nel 1997, a inaugurare la fase della riproposizione di modelli storici con la New Beetle (anche se a dire il vero il vecchio modello continuò a essere prodotto in Messico sino al 2003) che però commercialmente ebbe poca fortuna, anche se nel 2012 fu rinnovato e prodotto sino al 2019.

Nulla a paragone con il successo dell’utilitaria Fiat, diventata – più nella seconda che nella prima vita - un’auto di moda in Italia ma anche nel resto d’Europa, simbolo del rilancio del marchio torinese e anche per questo sviluppata in più versioni (la monovolume “L” e il Suv “X”) e non a caso anche primo modello completamente elettrico del brand.

Che ora riproporrà anche la “Topolino” (in realtà fu la prima 500 ma fu ribattezzata così) che fece il suo ingresso nel 1936 ed era un’automobile costruita al risparmio. L’ufficializzazione non è ancora arrivata ma gli operatori specializzati hanno pochi dubbi. Non sarà un’auto come le altre: sarà un quadriciclo leggero elettrico che si potrà guidare da 14 anni e ricalcherà, per capire, le forme della sorella del gruppo Stellantis, la Citroën Ami, prodotta in Marocco e già in commercio. La francesina ha un telaio di tubi d’acciaio e una scocca fatta di pannelli di plastica termoformati e non verniciati, paraurti e porte simmetrici (si aprono in modo diverso). Un’auto che ha l’anteriore e il posteriore uguali con costi di mantenimento e manutenzione bassi e una velocità non superiore a 50 chilometri orari. La Topolino sarà simile e, giurano gli esperti, troverà il suo mercato naturale nel noleggio e nel car sharing.

Anche il marchio Lancia che recentemente ha annunciato un piano di rilancio con nuovi modelli, pensa di riproporre per l’ennesima volta una sua icona: la Delta. La prima serie, disegnata da Giorgetto Giugiaro, uscì dalla fabbrica nel 1979 e vendette oltre 525mila esemplari, la seconda venne prodotta dal ’93 al ’99 e fu acquistata da poco meno di 140mila persone, la terza rinacque nel 2008 e restò sul mercato sino al 2014, tempo nel quale venne guidata da circa 113mila automobilisti. Amata per l’eleganza ma anche dai piloti nella sua versione sportiva, ha conservato un’immagine così solida che l’amministratore delegato dell’azienda, Luca Napolitano, ha deciso di non sprecare annunciando, poche settimane fa, la sua ennesima rinascita. Uscirà tra il 2024 e il 2028. Con lei avrà nuova vita un altro modello storico del marchio della galassia Stellantis: l’Aurelia, prodotta dal 1950 al 1958. Sarà l’ammiraglia.

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