Da Jackson a Presley: gli artisti che fatturano anche da morti
Il re del pop scomparso il 25 giugno del 2009 continua a far girare cifre astronomiche: 600 milioni solo nel 2024Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Esiste una vita dopo la morte? Nel caso di Michael Jackson sì, almeno sul piano finanziario. Il re del pop scomparso il 25 giugno del 2009 continua a fatturare cifre astronomiche: 600 milioni solo nel 2024, incassati soprattutto grazie alla vendita alla Sony dei diritti e dei master del suo immenso catalogo.
In realtà, come ha certificato Forbes, i guadagni degli eredi prescindono dai diritti d’autore e dalle canzoni. I musical basati su di lui, da Thriller live del 2006 a Motown – the musical del 2013 sino all’ultimo Mj: Michael Jackson Musical portano 6 milioni di dollari a settimana.
Non è un caso che l’ex Jackson’s five domini da anni le classifiche annuali delle celebrità scomparse: si stima che dalla sua morte ai gestori del suo patrimonio siano entrati oltre 3,3 miliardi di dollari.
Non è l’unico: anche Freddy Mercury continua a incassare molto denaro. Lo scorso anno ha fatturato 250 milioni di dollari, un quarto del miliardo (diviso in parti uguali tra i componenti della band) che la Sony ha versato ai Queen per la vendita del catalogo del gruppo. Anche nel suo caso la diversificazione delle fonti di guadagno produce tanto denaro. Una quota degli introiti di Bohemian Rhapsody, il film sulla sua vita, è andata ai suoi eredi, in particolare Mary Austin. Recentemente un’asta dei memorabilia appartenuti al frontman dei Queen ha fruttato 40 milioni di dollari.
E che dire di Elvis Presley: morto a Memphis nel ’77 a 42 anni, il re del rock and roll continua a far lievitare il suo patrimonio. Secondo Forbes continua a far incassare tra 50 e 100 milioni di dollari all’anno soprattutto grazie a Graceland, la sua tenuta di Memphis, in Tennessee che nel 2024 ha registrato 600mila visitatori lo scorso anno. E che dire dei diritti d’autore: la prolificità di Elvis the pelvis – 79 album e 102 singoli – continua a generare 12 milioni di dollari dalle royalties. Ma anche i film e gli spettacoli basati sulla sua vita generano un consistente ritorno economico, senza considerare gli incassi sul merchandising legato al suo nome.
Un altro artista che continua a fatturare da morto è Prince Rogers Nelson, artisticamente solo Prince. Scomparso il 21 aprile del 2016 a 57 anni per un’overdose accidentale da Fentanyl, il genio di Minneapolis regala ai suoi eredi
circa 35 milioni all’anno tra proventi dei suoi master, in primis quello di Purple Rain, diritti per l’uso del suo nome e della sua immagine e introiti dalle visite al suo complesso Paisley Park, la sontuosa villa di Minneapolis dove ha vissuto e nel cui ascensore venne trovato morto.
Rimasto nella leggenda, come chi muore giovane, anche Bob Marley continua a produrre denaro. Scomparso a 36 anni a causa di un melanoma, il re del reggae è diventato un’icona in vita anche per il suo attivismo sulle disuguaglianze. E proprio il suo brand, in parte legato all’uso della cannabis, è uno dei principali business dei suoi familiari, oltre al suo catalogo musicale e ai diritti per il film biografico Bob Marley: one love. A proposito di cannabis, gli eredi hanno anche creato una joint venture con il brand di cannabis Jeeter.
Come non citare, poi, John Lennon, ucciso l’8 dicembre del 1980 da un fan squilibrato, Mark David Chapman, che lo aspettava sotto la sua casa di New York. La moglie Yoko Ono continua a incassare circa 17 milioni di dollari all’anno tra diritti di brani musicali, merchandising, documentari. Senza considerare che la Apple Corps, l’etichetta storica dei Beatles diventata un’azienda che fattura dal catalogo dei Fab Four, incassa oltre 50 milioni di dollari all’anno.
Grazie a I will always love you, ma non solo, anche Whitney Houston continua incassare tanto denaro: 13 milioni di dollari all’anno. Tra le fonti di guadagno dei suoi eredi ci sono anche le slot machine di Las Vegas che trasmettono la sua musica e i suoi video.