Cuorgiver, l’assistenza a chi cura
Dieci partner, tra cui Diocesi Ogliastra e Asl, in un progetto a sostegno dei caregiverPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si chiama Cuorgiver il progetto a sostegno dei caregiver, le persone che quotidianamente assistono familiari con bisogni di cura elevati. Prevede percorsi di supporto volti ad alleviarne il carico assistenziale e a potenziare i servizi per gli assistiti. È realizzato grazie alla quinta edizione del Bando socio-sanitario promosso dalla Fondazione CON IL SUD 2023.
Insieme
Il progetto ha dieci partner tra cui la Diocesi di Lanusei, con la regia della Cooperativa sociale Amos. Si rivolge a 50 caregiver familiari di persone con demenza senile, Alzheimer o autismo e ha una durata di 36 mesi. Ad oggi sono stati accolti 15 caregiver.
L’individuazione dei beneficiari avviene in collaborazione con gli enti responsabili dei servizi sociali e il centro d’ascolto della Caritas. Il centro, un punto di confronto e conforto per le famiglie in cui viene fornita assistenza, informazioni sui diritti del malato, orientamento ai servizi e alle risorse sanitarie e mediche presenti sul territorio, è anche un osservatorio in cui saranno raccolti dati statistici rispetto ai bisogni dei caregiver e dei malati, nell’ottica di dare una risposta sempre coerente. A sostegno dei familiari che assistono viene offerto anche un adeguato supporto psicologico grazie all’Associazione La soffitta di Peo.
«Cuore fa rima con cura – osserva il vescovo di Lanusei Antonello Mura – Proprio il termine “cura” risuona oggi continuamente nei discorsi, negli incontri e nelle iniziative pubbliche. Ma l’esperienza che nasce dall’aver cura all’aver cuore è straordinaria solo quando ci sono persone vive, autenticamente partecipi di uno sguardo integrale verso gli altri, verso se stessi».
Per riaccendere, in chi si prende cura di un familiare non autosufficiente, l'interesse nei confronti della cultura e dare loro nuove occasioni di socializzazione e svago, sono state avviate attività culturali e musicali (dalla musica, al teatro, allo sport, alle letture a domicilio), a cui seguiranno visite guidate ai musei del territorio e convegni sul tema dei caregiver.
Possono accedere gratuitamente ai servizi del progetto tutte le persone che assistono un proprio familiare in maniera continuativa e che necessitano di ascolto, aiuto e orientamento.
I partner del progetto sono: Cooperativa Sociale Amos, Diocesi di Lanusei, Caritas diocesana, la Cooperativa Sociale SchemaLibero, Asl Ogliastra, il Comune di Girasole; l’Associazione Culturale Nel mondo di Giò, l’Organizzazione di Volontariato La soffitta di Peo, la Società Cooperativa Oleaster Servizi Culturali integrati, Piccolo Principe.
Ciascuno si propone come partner protagonista nel suo settore delle diverse azioni del progetto: dalla programmazione alla formazione; dalla comunicazione alla realizzazione delle attività di ascolto, supporto, sostegno, fino all’individuazione dei percorsi di natura culturale, l’animazione e il coinvolgimento di famiglie e comunità.
Pensieri e parole
Francesco Sanna, Presidente Amos. «Abbiamo individuato un bisogno spesso latente nel territorio: quello dei caregiver. Vogliamo offrire risposte concrete. E questo lo si fa con una pluralità di interventi per dare sollievo ai caregiver, per favorire il ricollocamento nel mondo del lavoro e supportare tutta la famiglia, migliorandone la qualità della vita».
Conforta che questo progetto recuperi partner diversificati, metta insieme ispirazioni e persone che non sempre si incontrano. Senza alleanza non c’è cura, non c’è cuore. Le fragilità, di ogni tipo, si affrontano mettendo in campo persone vere.
Sempre di più occorre inventare nuovi modelli di cura, nuove forme di integrazione familiare e comunitarie, impedendo che le esistenze umane finiscano con l’essere inumane. Un cuore contro gli ostacoli. Una cura che vada oltre l’utile e il calcolo. Generoso quindi, come sa essere il cuore».
Cristiana Boi è la direttrice della Caritas diocesana. «Crediamo che la dignità della persona passi anche attraverso la qualità delle relazioni di aiuto e la condivisione della fatica quotidiana. Con questo progetto la Caritas desidera porre al centro coloro che ogni giorno vivono la fatica e la grazia della cura. Anche chi cura ha bisogno di essere sostenuto, ascoltato e accompagnato».
Il progetto nasce per offrire non solo un aiuto pratico e formativo, ma anche un sostegno spirituale e relazionale. Camminare insieme a chi, ogni giorno, si fa prossimo con amore e discrezione. La Cura quando è condivisa diventa speranza.
A chi ogni giorno dona tempo, cuore e mani per gli altri, diciamo grazie. Il vostro esserci è una forma concreta di carità che fa rifiorire la vita là dove sembra spegnersi».
Agusta Cabras è la presidente della Cooperativa Sociale SchemaLibero. «Uno degli obiettivi è generare un cambiamento culturale: raramente il caregiver pensa ai suoi bisogni e quando lo fa spesso si sente in colpa, perché sente su di sé tutta la responsabilità. È necessario costruire una comunità che supporti le famiglie impegnate a sostenere e assistere un familiare con una malattia, in cui il familiare che assiste può avere tempi e spazi per sé che gli permettano di star bene».
Barbara Prestifilippo è il presidente dell’associazione Piccolo Principe. «Per la nostra associazione il progetto rappresenta un’importante opportunità di sostegno concreto alle famiglie che vivono l’esperienza dell’autismo e non solo. Pensiamo in particolare a quelle famiglie che ricevono da poco una diagnosi: in quei momenti serve qualcuno che le accompagni, che le aiuti a comprendere e ad accettare la nuova realtà. È un aiuto che non si limita all’assistenza, ma restituisce alle famiglie la possibilità di vivere, e non solo di assistere, ogni giorno accanto al proprio caro».
Infine serviva un logo che potesse racchiudere l’essenza del progetto Cuorgiver. Due mani che si cercano, si toccano con delicatezza, si uniscono a creare un cuore, perché la cura è questione di amore.
Cura emotiva, ma aiuto concreto, pratico, nella diversità di storie, situazioni e difficoltà. S rendere possibile il progetto la Fondazione per il Sud è un ente non profit privato nato il 22 novembre 2006 dall’alleanza tra le fondazioni di origine bancaria e il mondo del terzo settore e del volontariato, per promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, cioè percorsi di coesione sociale e buone pratiche di rete per favorire lo sviluppo del Sud.
