Sono più grandi delle vespe normali: lunghe 2-3 centimetri, di colore giallo e arancione. Le vespe orientalis sono state avvistate in molte parti dell’Isola, gettando nel panico residenti e commercianti, turisti e lavoratori.

Un team di specialisti della Città metropolitana di Cagliari è impegnato nella lotta contro un insetto che può essere pericoloso. «La vespa orientalis non è più un’ospite passeggera, ma una presenza stabile nel territorio della Città Metropolitana di Cagliari», spiega Luca Locci, responsabile del servizio Anti insetti. «Una specie ormai endemica in Sardegna che, negli ultimi anni, ha cambiato l’equilibrio degli ecosistemi locali e creato non pochi problemi a cittadini, apicoltori e operatori economici».

Luca Locci, a destra

Nonostante le difficoltà e un organico ridotto ai minimi termini, i tecnici del Centro anti insetti hanno garantito anche quest’anno un servizio fondamentale per la comunità, rispondendo con professionalità e rapidità a quasi un centinaio di segnalazioni.

La vespa orientalis è un imenottero sociale che trova nelle città e nei paesi del Sud Sardegna un habitat ideale. Nidifica in cavità murarie, sottotetti e intercapedini, predilige frutta matura e piccoli insetti e può diventare aggressiva se disturbata. Il problema principale resta il rischio sanitario: le punture possono provocare reazioni dolorose e, nei soggetti allergici, gravi shock anafilattici. A questo si aggiungono i danni per le api domestiche e per le coltivazioni, oltre al disagio che la presenza dei nidi crea in scuole, parchi e luoghi pubblici.

«Non si avvelena la natura, perché anche la Vespa orientalis ne fa parte», precisa Martino Sarritzu, delegato all’Ambiente della Città Metropolitana di Cagliari. «Una posizione chiara: la strategia non è quella dell’eradicazione, ma di un contenimento sostenibile, che punti sulla rimozione selettiva dei nidi, senza ricorrere ad avvelenamenti o sostanze chimiche dannose per l’ambiente».

Martino Sarritzu, consigliere metropolitano con delega all’Ambiente

Dal 1° gennaio al 1° settembre, la società ProService, in collaborazione con il Centro anti insetti, ha ricevuto 92 richieste di intervento: 48 a Cagliari, 6 ad Assemini, 7 a Quartu, 5 ad Elmas e Selargius, 4 a Monserrato, 3 a Sestu e Sinnai, 2 Maracalagonis, 1 Settimo San Pietro, 7 in altre Province. Nessuna segnalazione da Capoterra, Decimomannu, Pula, Quartucciu, Sarroch. Il totale, 92 richieste, segna un lieve calo rispetto al 2024, quando nello stesso periodo si erano registrate 106 segnalazioni.

Oltre la metà degli interventi riguarda il capoluogo, con 48 nidi rimossi. Un dato che non sorprende: la maggiore densità abitativa, la presenza di edifici storici con cavità favorevoli alla nidificazione e la costante attenzione dei cittadini rendono il capoluogo della Sardegna il cuore dell’attività di contenimento.

Nei comuni limitrofi, le richieste oscillano tra 2 e 7 segnalazioni. In alcune aree costiere, come Pula e Sarroch, non sono pervenute richieste, ma questo non significa che la specie sia assente: più probabilmente la pressione è stata minore o i nidi non sono stati individuati.

Dietro i numeri c’è un lavoro silenzioso e spesso rischioso. I tecnici del Centro anti insetti intervengono con tute protettive e attrezzature specifiche per rimuovere manualmente i nidi, spesso collocati in punti difficili da raggiungere.

Si tratta di operazioni delicate, che richiedono competenze specialistiche e rapidità di esecuzione per garantire la sicurezza di cittadini e operatori.

Il calo delle segnalazioni – da 106 nel 2024 a 92 nel 2025 – è un segnale positivo, ma non sufficiente a parlare di riduzione significativa. La specie è ormai endemica e la sua gestione richiede una programmazione a lungo termine, risorse adeguate e collaborazione tra istituzioni.

© Riproduzione riservata