«Castello, il quartiere simbolo della città sempre più trascurato e i residenti vanno via»
Carmen Sulis fa parte del comitato che da 40 anni si batte per il rione cagliaritano. I problemi? Ascensori, parcheggi e lavori pubblici che non finiscono maiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A Cagliari c’è un quartiere che di storico possiede torri, palazzi, piazze e una carica di inestinguibile trascuratezza. Benvenuti a Castello, un tempo cuore pulsante, oggi vetrina malconcia di una città che scommette sul turismo. «Sì, purtroppo l’abbandono e il degrado sono in continuità con il passato», spiega Carmen Sulis, del Comitato “Casteddu de Susu” - «L’emorragia di residenti è continua, inarrestabile, inversamente proporzionale all’aumento del prezzo delle case. Negli anni Quaranta nelle stradine del quartiere vivevano 25mila persone, oggi se ne contano 1.400, ma ogni settimana qualcuno fa le valigie. Siamo in piena gentrificazione».
Perché?
«C’è il museo archeologico, il Palazzo di Città, ma nessun servizio, neppure quelli minimi, e molti residenti sono anziani. Qualche tempo fa era stato riaperto il mercato civico di Santa Chiara: chiuso anche quello. Non c’è più la scuola media, l’ex liceo artistico lasciato all’incuria, il teatro civico inaccessibile per lavori che non si concludono mai, l’ex palazzo Aymerich di via Genovesi – proprietà comunale – è abbandonato, dal 2008 gli scavi in piazza Goffredo Angioni scandiscono il trascorrere degli anni, una parte del parcheggio di piazza Palazzo ha ceduto ed è stata transennata con grandi vasi comparsi il giorno della visita della premier Giorgia Meloni. Tutti i sindaci ci hanno sempre promesso che avrebbero rimosso gli ostacoli alla rinascita del quartiere, com’è andata è sotto gli occhi di tutti. Massimo Zedda l’abbiamo incontrato a novembre, ha fatto più degli altri ma molto meno di ciò che aveva promesso».
Durante l’estate gli ascensori sono rimasti bloccati quotidianamente per ore.
«Una scelta obbligata – hanno spiegato – per evitare che si fermassero con la gente dentro a causa della temperatura elevata raggiunta dai motori. Non sono un esperta, ma se hanno individuato l’origine del problema cosa aspettano a risolverlo? E poi c’è stato il caos parcheggi: i pochi disponibili presi d’assalto dai non residenti, auto spesso sistemate non benissimo e centinaia di multe dei vigili urbani».
Castello ha gli stessi problemi di Marina e Stampace?
«No, in Castello non c’è piazza del Carmine o piazza Sant’Eulalia con la situazione drammatica che si portano dietro. Anche sul piano commerciale ci sono differenze importanti: da noi le stradine strette non consentono i tavolini all’aperto, quindi bar e ristoranti non hanno vita facile. Fino a qualche anno fa c’era una caffetteria sul Bastione di Saint Remy e non ci vedrei nulla di male se la riaprissero».
Rassegnata?
«Ho fatto parte di tutti i comitati di quartiere degli ultimi quarant’anni, abbiamo fatto piccole conquiste, ma non nascondo un po’ di stanchezza. Oggi operiamo su due fronti: i problemi di Castello e la presentazione di libri e film in partenariato con la scuola di Santa Caterina, l’ultimo baluardo culturale del quartiere. A proposito: tra le tante attività culturali che da sempre il Comune promuove non c’è mai nulla per Castello. Non ho mai capito se per disattenzione o scelta politica».