Una finale di Eccellenza sfiorata. Un gol al 118’ di Falchi e la corsa verso i tifosi del Taloro in festa. La musica che cessa, la stagione che finisce. Le foto dell’ultimo atto mancato, con la sua Ferrini, per Sebastiano Pinna possono essere queste. Messe da parte per tanto tempo, rispolverate in occasione della nuova contesa proprio con l’allenatore che interruppe quel sogno: Mario Fadda, attualmente alla guida dell’Ossese.

Domani (domenica 5 maggio) allo stadio “Walter Frau” di Ossi (SS) andrà in scena la semifinale playoff (gara secca) in Eccellenza. La formazione di casa avrà a disposizione due risultati su tre, mentre i cagliaritani dovranno unicamente vincere per strappare il pass per la finalissima. Due anni fa si presentava da favorita, ora ha i pronostici contro ma il tecnico Pinna è serafico: “Siamo sereni. Sulla carta noi siamo Davide e loro Golia. L’Ossese, insieme con Tempio e Ilva, son state costruite per vincere mentre noi siamo quelli che hanno speso meno tra tutte le squadre che partecipano al campionato di Eccellenza. Abbiamo lavorato sui giovani e fatto crescere ragazzi nati nel 2006 e nel 2007 come Anedda. Abbiamo salvato una stagione che sembrava sfortunata per via delle lunghe assenze di Podda e Galloni. I playoff li ho già vinti contro avversarie nettamente inferiori a noi, come successe a Guspini”, quando il 27 maggio 2017 vinse la finale Promozione contro il Sorso: «Accettiamo la sfida, sapendo di partire svantaggiati ma che il bello del calcio sono le emozioni e le situazioni spesso insperate».

Contro avrà un’autentica corazzata tra le mura amiche, capace di fare un punto in più (42) dell’Ilvamaddalena, già in Serie D. L’allenatore cagliaritano, tuttavia, non sembra intimorito. «La piazza è calda con un gran pubblico. Giocheranno in dodici e avranno due risultati a favore su tre. Hanno un allenatore bravo però io ho grande fiducia dei miei giocatori per questa gara e sono convinto che usciremo a testa alta, giocandoci la partita ad armi pari. I playoff bisogna giocarli senza pressioni. Il tranello può essere sentire troppo la gara. Ai ragazzi dirò di dare tutto e di fare in modo che non sia la gara dei rimpianti».

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