Finora il nome di Woody Allen era rimasto estraneo allo scandalo delle molestie sessuali partito dal caso Weinstein, se non per un suo commento che invitava a evitare una pericolosa caccia alle streghe.

Ci ha pensato il Washington Post a tirare definitivamente in ballo anche il regista newyorchese, con un articolo del giornalista Richard Morgan che lo accusa di avere da sempre "un'ossessione vivida e insistente per le minorenni", come emergerebbe dalla lettura delle migliaia di scritti, bozze e sceneggiature redatti da Allen nell'arco di di 50 anni e donati all'Università di Princeton.

Nuovo fango per Woody Allen, che ha già sperimentato più volte sulla propria pelle l'attacco frontale della stampa, durante la burrascosa separazione da Mia Farrow e più tardi con le accuse di molestie da parte della figliastra Dylan, smentite di recente dall'altro figlio Moses.

Per mesi al nome di Woody Allen è stato abbinato il marchio di "mostro" e solo dopo un allontanamento dalle scene il regista è tornato a girare film, riscuotere il plauso di critica e pubblico, tenendo la propria vita privata - ancora al fianco di Soon-Yi - gelosamente lontana dai riflettori.

Ora l'articolo del Washington Post li riaccenderà e spingerà altri a scavare nella vita di "un uomo lascivo e misogino attratto da ragazzine tra i 16 e i 18 anni", proprio come alcuni protagonisti dei suoi film, su tutti il quarantenne che in "Manhattan" si innamora della giovanissima Mariel Hemingway.

Sostenitori e nemici di Allen potranno farsi un'idea personale leggendo l'articolo di Richard Morgan e gli estratti incriminati, come questa sceneggiatura in cui dice: "Ho tirato fuori il contratto dalla mia tasca, l'abbiamo firmato, ma non prima di averle parlato dell'obbligo sessuale che aveva, che ha fatto parte del lavoro di ogni attrice che ha lavorato con me...".

Si direbbe quasi una battuta alla Allen più che una sconcertante ammissione di colpa. Del resto, è difficile credere che una persona di indubbia intelligenza avrebbe donato carte così scottanti alla biblioteca di un'università senza pensare che qualcuno avrebbe potuto renderle pubbliche.

(Unioneonline/b.m.)
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