«Voglio morire, la vita è finita». A dirlo sarebbe stato lo stesso Alain Delon, lo scorso luglio, durante la visita di un medico nella storica residenza dell'attore a Douchy, nel sud della Francia.

Il dialogo con Delon, 88 anni, fortemente indebolito dopo l'ictus del 2019, «è stato difficile e le risposte poco espressive: a volte annuiva con la testa o sollevava il pollice» per confermare una informazione, avrebbe testimoniato il dottore, secondo quanto scrive Le Parisien.

C’è addirittura la formulazione di «uno stato di affaticamento fisico e psichico, con un rischio maggiore di suicidio».

Le Parisien spiega che la visita rientrava nell'ambito di un'indagine (ormai archiviata) avviata dai gendarmi dopo la denuncia per maltrattamenti e circonvenzione di incapace sporta dai suoi figli - Anouchka, Anthony e Alain-Fabien - contro Hiromi Rollin, 66 anni, che per molti anni è stata assistente dell'attore, poi sua sedicente ex compagna.

Sempre a luglio, Delon è stato sentito dai gendarmi della sezione di Orléans. Secondo gli atti, anche in quell'occasione, l'icona del cinema francese «non è stato in grado di pronunciare frasi compiute».

A inizio gennaio i figli Anthony e Alain-Fabien, in lotta contro la sorella Anouchka, hanno chiesto di porre la star sotto tutela giudiziaria in Francia, per incapacità di intendere e di volere. Anouchka vuole invece portare il padre in Svizzera, dove lei risiede.

(Unioneonline/s.s.)

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