Esattamente due anni fa moriva a Roma la grande Monica Vitti, all’età di 90 anni.

Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma, il 3 novembre del 1931, è cresciuta in Sicilia prima della guerra a causa del lavoro del padre. Da bambina metteva in scena spettacolini casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe.

Nel 1953 si diploma all’Accademia d’arte drammatica e sceglie un cognome (Vitti) che le «suona bene» e le ricorda l’amatissima madre, Adele Vittiglia.

Il debutto al cinema risale al 1955 con un piccolo ruolo nell'Adriana Lecouvreur di Guido Salvini, ma 5 anni dopo è la silenziosa musa di Antonioni per il primo dei quattro film che vanno sotto il segno della "incomunicabilità": L'avventura. Nei successivi quattro anni diventerà una diva internazionale grazie a titoli indimenticabili come La notte, L'eclisse, Deserto rosso.

Tutti i grandi registi internazionali la vogliono. E lei, per togliersi di dosso l’immagine della diva un po’ snob, si avvicina alla commedia con Mario Monicelli ed è protagonista de La ragazza con la pistola. Un successone immediato, Monica Vitti è la dominatrice assoluta del cinema italiano anni Settanta. Lavora con tutti i grandi italiani (da Dino Risi a Ettore Scola, da Mario Monicelli al Luigi Magni de La Tosca) e non solo.

Con Mina conquista anche la tv (Milleluci nel ‘74 e Domenica in negli anni Novanta), scrive due libri autobiografici e firma la sua unica regia nel 1990 (Scandalo segreto).

Nel 1995 alla Mostra di Venezia ottiene il Leone d’oro alla carriera, riconoscimento che si aggiunge ai 5 David, i 12 Globi d’oro e i 3 Nastri d’argento.

(Unioneonline/L)

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