Si giunge a Sorgono
Centro del Mandrolisai, il borgo in granito di Sorgono cattura per il suo fascino naturale dato dai boschi rigogliosi e dalla cultura archeologica. Ai piedi del Gennargentu, la distesa verde di lecci, conifere e castagni tra cervi e daini cede il passo alla più consistente concentrazione di menhir del Mediterraneo: il villaggio nuragico di Biru ‘e Concas (sentiero delle teste), noto come Stonehenge sarda. Qui ci si trova davanti a circa duecento pietre sacre, rinvenute nel XX secolo, simboli della fertilità e della Dea Madre, risalenti al periodo Neolitico (3500-2800 a.C.) e all'Eneolitico (2700-1700 a.C.) e allineati in due lunghe file. In questo luogo sacro, si rintraccia anche una sorgente nascosta, una sorta di pozzo per il culto delle acque che conduce sino all'età del Bronzo. Il tour archeologico nel cuore dell'isola sarda prosegue verso il Nuraghe Talei, in prossimità del Santuario di San Marco dal rosone più grande della regione. Il sito nuragico è tra i più antichi della Sardegna ed è costituito da un proto-nuraghe del tipo “a corridoio”, caratterizzato da una forma ellissoidale, dai resti di un villaggio e da una Tomba di Giganti.


Nel cuore del Gennargentu
Nel borgo agropastorale di Meana Sardo sorge il Nuraghe Nolza, un sito archeologico che occupa il terreno del Cuccurru Nolza, ai margini sud-occidentali del parco del Gennargentu. La torre centrale raggiunge i tredici metri di altezza e controlla il villaggio sottostante (un insediamento del XVI-XV secolo a.C.) che si estende per oltre due ettari. Il pubblico ammira i risultati degli scavi che hanno riportato alla luce gli ambienti interni, come la scala che conduce alla parte superiore del nuraghe e apre al suggestivo panorama che circonda la fortezza archeologica.

Uno sguardo alle ricchezze di Teti
Nel nuorese si trova un piccolo borgo di montagna, Teti, a circa 700 metri d’altezza nella parte nord-occidentale del Gennargentu, immerso nel verde. Qui, in una valle a sei chilometri di distanza, si visita uno dei santuari di maggior pregio: villaggio di Abini. La sua scoperta risale al 1865: un gruppo di pastori e contadini del posto fece delle ricerche in cui furono rinvenuti esempi di bronzetti oggi custoditi al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Ecco che in questo luogo fascinoso, le tribù delle età del Bronzo si radunavano per celebrare i rituali del culto delle acque.
Caratteristico è anche il complesso di s’Urbale, un villaggio di cinquanta capanne con un Nuraghe e una Tomba di Giganti, che si legano all’età del Bronzo finale. Le capanne furono costruite con blocchi di granito, pavimenti in pietra e coperte da un sistema di pali e frasche con isolamento dato dai materiali di argilla e sughero. Dalle ricerche effettuate il villaggio scomparve in seguito a un incendio.
Custode dei reperti è il noto Museo Archeologico di Teti, accessibile dal 1990 in una struttura nella zona antica del borgo. Si osservano manufatti e vasellame del villaggio nuragico di s'Urbale, ma anche delle ricostruzioni fedeli di alcuni bronzetti rinvenuti nel Santuario di Abini; e altri resti provenienti dalle campagne delle vicine Tonara, Sorgono e Meana Sardo.

La storia archeologica di deliziosi borghi

Cosa vedere
Le tradizioni affascinanti del centro Sardegna

Teti è ricca di archeologia, antichi edifici di culto e anche uno scrigno di tesori culturali, come le mostre etnografiche di casa Satta e casa Mereu. Questo incantevole borgo è accolto nella vasta vegetazione che consente piacevoli passeggiate e tra i boschi si osservano tante sorgenti, che sgorgano vicino al paese testimoniando il patrimonio naturalistico di Teti. 
Fuori dal borgo di Sorgono, vi sono monumenti di culto quali: Nostra Signora d’Itria, in origine chiesa del villaggio abbandonato di Spasulé, e il santuario di San Mauro formato dalla chiesa tardogotica e dagli alloggi dedicati ai pellegrini (muristenes).

Prodotti tipici locali da assaporare

Cosa mangiare
I prodotti tipici locali da assaporare

Sorgono è regno di vitigni e cantine, il centro del vino rosso Mandrolisai, rinomata produzione dell’area omonima. In questo borgo è radicato nella tradizione culinaria l'utilizzo di un'erba selvatica particolare per la preparazione della celebre zuppa, Sa minestra de lampazzu, gustata durante la festa de sa Innenna, che rientra nel calendario della manifestazione Autunno in Barbagia, che si tiene ogni anno.
Tipico è il Su buffulitu, una sorta di panforte guarnito con noci, nocciole, uva passa e confettini colorati, definito anche dolce nuragico: a Teti è tradizionale in occasione della festa di Sant’Antonio Abate.

Sagre e feste imperdibili:
Autunno in Barbagia è l'evento che ogni anno tra settembre e dicembre si ripete e si rinnova a favore dei tanti paesi che accolgono visitatori e appassionati: Teti, Meana Sardo, Sorgono sono ben presenti in questa occasione per far apprezzare tradizioni, antichi usi e prodotti.
Nel borgo di Sorgono, nella zona del Mandrolisai, si accentua il legame con il vino tramite Sa innenna: il rito che si ripete negli anni, secondo tradizione, per raccontare la vendemmia nel suo sapere più antico. Ecco che si vedono i carri trainati dai buoi che trasportano l’uva raccolta e il momento de sa catziadura, quando l’uva viene pigiata.

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