È una struttura ambulatoriale “giovane” che, nel tempo, ha visto crescere la sua attività dedicata ai pazienti tumorali e ai pazienti ricoverati. Si tratta dell’ambulatorio Picc Team che, inquadrato all’interno della struttura complessa di Terapia intensiva emergenza urgenza del Santissima Annunziata di Sassari diretta dalla dottoressa Stefania Milia, nell’ultimo anno ha realizzato circa 9 mila medicazioni e 3000 impianti fra cateteri Picc e Midline.

L'obiettivo principale dell’ambulatorio è quello di fornire ai pazienti un accesso venoso affidabile e duraturo attraverso l'inserimento di cateteri venosi centrali a lunga permanenza, noti come Picc (peripherally inserted central catheter o anche catetere centrale a inserzione periferica) e Midline.

Situato al quinto piano del Santissima Annunziata, nel corridoio esterno che conduce alla Rianimazione, l’ambulatorio è a totale gestione infermieristica ed è coordinato dal dottor Alessandro Nasone, coordinatore infermieristico della Terapia intensiva. L’ambulatorio, attivato nel 2015, ha visto incrementare la sua attività. All’interno opera una vera e propria squadra: il Picc Team composto da 5 infermieri (4 donne e 1 uomo) e una operatrice socio-sanitaria. Sono loro il cuore pulsante dell’ambulatorio. Il Picc Team collabora, in prevalenza, con l’Oncologia diretta dal dottor Pazzola, ma l’attività degli infermieri spazia su tutti i reparti dell'Aou, compresa la Pediatria diretta dal professor Meloni, quando si presentano casi di accessi vascolari difficili nei bambini. Questi vengono presi in carico dall'ambulatorio Picc Team, in collaborazione con l'Anestesia multidisciplinare diretta dalla dottoressa Grazia Canu.

«Ci occupiamo di gestire una media di circa 40 utenti al giorno – afferma Nasone – tra pazienti ambulatoriali e pazienti ricoverati. Il nostro compito è quello di impiantare e poi gestire nel tempo il catetere che è stato loro inserito. Una gestione che dura nel tempo, se pensiamo che le medicazioni dell’impianto devono essere fatte ogni sette giorni e che l’impianto Picc può durare da un minimo di un mese e un massimo di due anni».

I Picc sono dispositivi che vengono inseriti nelle vene periferiche del braccio e, per mezzo di un ecografo, guidati attraverso queste fino a raggiungere le vene centrali del torace. Questi cateteri consentono l'infusione di fluidi, farmaci e sostanze nutritive direttamente nelle vene centrali, evitando l'uso frequente di punture e garantendo un accesso venoso stabile nel tempo.

Ecco perché è necessario minimizzare il disagio del paziente, posizionare il catetere in maniera corretta, nel rispetto delle sue esigenze specifiche. Attraverso l’accesso venoso, infatti, è anche possibile fare il prelievo del sangue per gli esami ematochimici, che questi pazienti svolgono di frequente, anche con mezzo di contrasto per esami radiologici. In questo modo si riduce la necessità di continue punture venose, migliorando notevolmente il comfort dei pazienti.

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