È considerata la seconda causa di cecità nel mondo. Il dato ancora più preoccupante, però, e che deve far riflettere, è il fatto che in Italia ne soffrono circa due milioni di persone, ma che circa la metà è un malato inconsapevole, poiché ignora di esserne affetto. Si tratta del glaucoma, una malattia cronica degenerativa che interessa quasi sempre entrambi gli occhi e che colpisce il nervo ottico. Secondo l’edizione 2019 del “World Report on Vision” stilato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, sono circa 64 milioni le persone nel mondo affette da glaucoma. Tra queste, 7 milioni hanno manifestato perdita della vista o cecità. Nella maggior parte dei casi, il glaucoma è dovuto a un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista. Essi si traducono in una riduzione del campo visivo, cioè un restringimento dello spazio che l’occhio riesce a percepire senza muovere il capo, ma anche in un’alterazione della “testa” del nervo ottico, che risulta visibile durante l’esame del fondo oculare. 
Una minore casistica racconta di una manifestazione della patologia in forma acuta, accompagnata da un violento dolore all’occhio, nausea, una forte irritazione e la pressione oculare molto elevata.

La campagna di screening

Per poter intercettare in tempo la presenza di questa malattia, è importantissimo sottoporsi a controlli periodici della vista. Prevenzione, dunque, è la parola d’ordine, specialmente in presenza di fattori di rischio come l’età (superati i 40 anni si è più esposti a questo tipo di patologia) e la familiarità. Per questo, il ministero della Salute ha, nel corso degli anni, promosso varie campagne di screening. L’ultima, “Vista in salute”, ha abbracciato un triennio e interessato 8mila persone residenti in 54 città italiane. Il primo dato emerso è che un partecipante su 25 aveva la malattia in corso ma a sua insaputa, anche perché gli stadi iniziali della patologia sono assolutamente asintomatici. Un dato molto rilevante: il ritardo nella diagnosi rappresenta infatti una delle criticità maggiori relative al glaucoma, che se non riconosciuto e dunque curato in tempo degenera in una perdita progressiva della vista, fino alla cecità. Questo avviene perché i danni provocati da questa patologia al nervo ottico sono purtroppo irreversibili. Rispetto alla campagna di screening promossa a livello istituzionale, è emerso che il dieci per cento dei malati di glaucoma visitati e che avevano già una diagnosi e una terapia, presentavano valori della pressione oculare non compensata. Questo è un altro aspetto da non sottovalutare: i valori non nella norma della pressione oculare sono infatti un campanello d’allarme che evidenzia la presenza della malattia, o una cura non adeguata.

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Il valore delle visite per giocare d’anticipo

Occorre anticipare subito un allarmante dato di realtà: il glaucoma provoca danni irreversibili al nervo ottico che, seppur curati, non migliorano e provocano un’invalidità permanente. Ecco perché questa patologia che colpisce, appunto, il nervo ottico viene considerata a forte impatto sociale. Ad aggravare il quadro già di per sé preoccupante, il fatto che gli stadi iniziali non presentano sintomi particolari, con il rischio - concreto - che il soggetto sottovaluti la sua condizione e che scopra la problematica quando ormai si trova in uno stadio avanzato.

Le casistiche

Il glaucoma può essere ad angolo aperto e ad angolo chiuso. La prima forma è la più comune: si tratta di una malattia che progredisce più lentamente ma che, per contro, non presenta sintomi evidenti fino agli stadi più severi e, dunque, può essere particolarmente rischiosa. A esserne interessati sono in particolar modo i soggetti che hanno casi in famiglia o che hanno utilizzato cortisonici per diversi anni, nonché coloro che sono affetti da miopia elevata o da miopia lieve con dispersione di pigmento e da pseudoesfoliatio lentis. Il glaucoma ad angolo stretto, invece, presenta sintomi evidenti sin dagli stadi iniziali ed è tipico dei pazienti più anziani. Riguarda in particolare coloro che presentano un quadro clinico d’ipermetropia. In entrambe le situazioni, la vita sedentaria e il fumo di sigaretta rappresentano ulteriori fattori di rischio.

I segnali

Se è vero che il glaucoma agli stadi iniziali non presenta sintomi, è altrettanto vero che esiste uno - il principale - campanello d’allarme: la riduzione del campo visivo nella sezione periferica dell’occhio, della quale è possibile accorgersene per esempio quando si è alla guida o si è impegnati nella lettura. Inciampare mentre si cammina, urtare porte e spigoli, strisciare la fiancata dell’auto mentre si parcheggia nel proprio garage, sono situazioni che devono mettere in guardia e spingere a rivolgersi a uno specialista.

Gli esami mirati e i trattamenti

Come anticipato, la prevenzione è fondamentale per riconoscere e curare - per quanto possibile - questa patologia. Cosa accade durante la visita dallo specialista? Il professionista è in grado di diagnosticare un ipertono oculare, causa del deterioramento del nervo ottico, e l’affacciarsi del glaucoma anche quando è ancora agli stadi iniziali e non ha, dunque, provocato disturbi visivi evidenti. I primi esami a cui viene sottoposto il paziente sono il controllo della pressione dell’occhio, il campo visivo, lo studio delle fibre nervose del nervo ottico con Oct e la misurazione dello spessore corneale. Nel caso in cui i risultati di questi test lascino qualche dubbio, lo specialista effettuerà esami più specifici, come quello del campo visivo e delle fibre ganglionari del nervo ottico, con l’obiettivo di ottenere una diagnosi definitiva.

Il glaucoma può essere curato tramite terapia farmacologica o trattamento chirurgico, a seconda dello stadio della patologia e delle condizioni del paziente. Il trattamento prevede la somministrazione di specifici colliri, mentre l’intervento chirurgico - il più diffuso è quello che prevede l’utilizzo del laser - è utile per alleviare la pressione del liquido oculare.

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La settimana mondiale: a marzo iniziative in tutto lo Stivale

Nel mese di marzo si svolge tradizionalmente la Settimana mondiale del glaucoma, una ricorrenza promossa dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus) in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti che, nel 2023, era caratterizzata dallo slogan “Vivi senza macchia: metti in chiaro la tua vista”. 
Nel corso di questa iniziativa è stato dato ampio risalto alla campagna di screening, prevenzione e informazione legata alla patologia. 
Medici e specialisti, oltre ad aver diffuso i dati inerenti al glaucoma che in Italia interessa due milioni di persone, ne hanno evidenziato l’impatto - in negativo - dal punto di vista sociale. In generale, infatti, le malattie che minacciano la vista hanno ricadute importanti e l’invecchiamento della popolazione non farà che aumentare il rischio di cecità con l’andare del tempo. Nonostante questo dato significativo, gli addetti del settore sanitario denunciano il fatto che la prevenzione e la cura oftalmologica sono diventate sempre più marginali all’interno delle voci di spesa del Ssn; eppure, il costo della perdita di autonomia, felicità e capacità produttiva dei pazienti che soffrono di glaucoma è molto più alto delle risorse che basterebbe investire per prevenirla. 
Giocare d’anticipo assume allora contorni ancora più importanti. Per questo, anche Cagliari, Oristano e Sassari sono state tra le 85 realtà italiane che, anche lo scorso anno così come per le precedenti edizioni, hanno programmato iniziative d’informazione e prevenzione sui rispettivi territori cittadini, aderendo così alla Settimana mondiale del glaucoma.

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