Una Moc di ultima generazione è operativa all’ospedale Marino di Alghero. Si tratta di un test diagnostico per la misurazione dei livelli di calcio e altri minerali nelle ossa dello scheletro umano.
Attraverso la Moc i medici stimano la densità minerale ossea (BDM), la misura della quantità di minerali (massa minerale ossea) contenuti in un centimetro cubo di osso.

Il macchinario è stato installato all’interno della Radiologia dell’ospedale Marino, articolazione della Sc Diagnostica per immagini del presidio ospedaliero di Alghero, diretta dal dottor Flavio Cadeddu.
«L’acquisto della nuova apparecchiatura si inserisce all’interno della programmazione avviata da Ares Sardegna per rispondere alle esigenze della nostra azienda, attingendo da fondi erogati dal PNRR relativi all’ammodernamento del parco tecnologico. Per supportare l’intensa attività del reparto, infatti, sin dallo scorso anno si era provveduto a sostituire i vecchi macchinari col noleggio di un sistema di nuova generazione, che ha consentito di garantire l’operatività della struttura sino all’ultima e definitiva installazione. Si tratta di un sistema ad alte prestazioni, efficiente e affidabile, che incrementa l’accuratezza diagnostica, la velocità di esecuzione degli esami ed espande l’offerta clinica con particolare attenzione ai pazienti pediatrici», spiega il direttore generale della Asl di Sassari, Flavio Sensi.
Nel biennio 2022-2023 la Sc Diagnostica per immagini dell’ospedale di Alghero ha effettuato 16.757 prestazioni a 8400 pazienti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’osteoporosi come una malattia silenziosa caratterizzata da una ridotta massa ossea (densità minerale ossea, BMD) e un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo. A livello mondiale, l’osteoporosi colpisce circa 200 milioni di donne e provoca quasi nove milioni di fratture ogni anno.
«Abbiamo creduto nella Moc sin da subito perché eravamo certi che solo le abitudini ai grandi numeri di una radiologia potesse dare valore a questa metodica di studio, e i numeri registrati in questi anni ci hanno dato ragione», spiega il direttore Flavio Cadeddu. Per accedere al servizio è sufficiente avere un impegnativa rilasciata dallo specialista o dal proprio medico di medicina generale e contattare il Centro unico di prenotazione regionale.

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