Ennesimo «schiaffo» alla Sardegna, vittima di quella che è stata definita da più voci «una disparità di trattamento: allo stanziamento di 14,6 miliardi di euro previsto per la Sicilia, con la realizzazione del Ponte sullo Stretto che si tradurrà in collegamenti concreti con l'Europa e i flussi turistici internazionali, si contrappongono i miserrimi 5 milioni di euro che di fatto condannano l’Isola all'emarginazione». Paola Secci non ci gira intorno: la Manovra, se sarà approvata in questi termini, deve essere impugnata dalla Regione.

Se n’è parlato in occasione del dibattito in consiglio regionale per dire no al deposito unico di scorie nucleare nell'Isola e la presidente del Cal – il consiglio delle autonomie locali – ne ha approfittato per allargare l'orizzonte e riavvolgere il nastro degli ultimi anni: c'è un «fil rouge su cui si stanno muovendo da tempo i governi che si sono succeduti senza mostrare alcun interesse per l'isola e anziché aiutarci ad uscire dall'atavica arretratezza, in barba alla Costituzione, continuino ad affossarci». La violazione del principio di insularità, inserito nella Carta fondamentale da un anno dopo una mobilitazione lunga e traversale, è lampante. E subito dopo aver chiesto alla Giunta di impugnare la finanziaria, Secci ha avvertito: «Noi siamo pronti a scendere in piazza». Anche per dire «no» alle scorie nucleari, «un tema trasversale che richiama all'unità di intenti per preservare la nostra Isola, rivendicare con forza la volontà di proteggere e valorizzare la nostra cultura millenaria, le bellezze naturalistiche e l'immenso patrimonio storico archeologico».

L’altra beffa arriva dal fronte del trasporto merci: la Sardegna è stata esclusa dai contributi destinati a rendere meno care le rotte via mare. Come? A ottobre sono stati individuati con un decreto del Ministero dei Trasporti diversi collegamenti marittimi nazionali da incentivare per ridurre il traffico di camion e tir sulle strade. Anche in questo caso la Sicilia è tra le regioni beneficiarie ma non c’è alcuna linea sarda.

(m. r.)

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