Matteo Salvini è arrivato a Lanusei cinque minuti dopo mezzogiorno. Il leader della Lega è stato accolto dalla folla al teatro Tonio Dei di Lanusei dove ha incontrato i suoi candidati alle imminenti elezioni regionali a sostegno di Paolo Truzzu.

Dopo i saluti di rito con le autorità civili e militari, il ministro delle Infrastrutture si è intrattenuto con i giornalisti. Sul completamento della strada statale 125, nel tratto tra l’Ogliastra e Cagliari, Salvini è stato categorico: «Vogliamo mantenere quell’impegno». Si riferiva alle parole che lui stesso aveva pronunciato il 17 luglio scorso, in occasione dell’apertura del tratto della 125 Var tra Tortolì e Bari Sardo, prendendo l’impegno di progettare in un anno l’asse Tertenia-San Priamo. Sul palco Salvini è salito indossando una felpa bianca con la scritta Ogliastra.

«Lo sviluppo dell’Isola sono strade e ferrovie. I cantieri danno lavoro. L’alternativa è girare la Sardegna con Toninelli dei 5 stelle e i monopattini elettrici».

Il ministro è intervenuto anche sul tema giustizia, di stretta attualità sul territorio, con il futuro del carcere in bilico e il tribunale da tempo in attesa delle cariche apicali: «Il Tribunale di Lanusei è fondamentale», ha detto Salvini, che a margine del suo intervento ha incontrato i vertici dell’Ordine degli avvocati di Lanusei.

Il ministro si è soffermato anche sulla carenza di segnale telefonico in diversi territori della Sardegna, compreso l’asse tra Cagliari e l’Ogliastra. «Per due terzi non hai rete telefonica e connessione dati. Questo non può esistere. Le compagnie telefoniche dicono che hanno più interesse a installare ripetitori nelle zone più densamente popolate. Il compito del pubblico è stimolare investimenti anche dove c’è meno gente. Siamo nel 2024 e se non sei connesso è difficile vendere il tuo prodotto».

Salvini, ricordando di essere imputato nel processo Open Arms per il blocco allo sbarco di 150 migranti della nave ong a Lampedusa, ha parlato anche del fenomeno sbarchi: «La sinistra dice che i confini sono una categoria dello spirito. Noi abbiamo disoccupati, disabili e pensionati al minimo e non ci sono soldi e case per tutti. Prima vengono i sardi e poi il resto del mondo, prima vengono gli italiani e poi il resto del mondo».

Nei giorni scorsi la Corte d’appello di Roma ha approvato la dicitura genitore 1 e genitore 2 sulle carte di identità elettroniche delle persone minorenni. La decisione boccia un decreto firmato dallo stesso Matteo Salvini nel 2019, quando era ministero dell’Interno, che imponeva l’uso delle parole padre e madre. Per la Corte, il decreto di Salvini e le obiezioni del ministero dell’Interno sono inammissibili perché in contrasto con la Costituzione. «Faremo ricorso», ha annunciato da Lanusei il vicepresidente del Consiglio. «Esiste la mamma ed esiste il papà. Un bimbo viene al mondo perché ci sono una mamma e un papà».

Al culmine del suo intervento Salvini ha attaccato il Movimento 5 Stelle: «Il voto di domenica per i sardi è una scelta di vita: se la Sardegna vuole fermarmi e tornare indietro e restare ancora più isolata e bloccata sceglie i 5 Stelle, se punta sullo sviluppo, su strade, ferrovie, porti e aeroporti la Lega c’è».

Alle 13.20, dopo i selfie sul piazzale, il ministro ha lasciato la struttura che in passato ha ospitato i Salesiani.

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