È arrivata una "lunga e cordiale" telefonata tra Salvini e Di Maio, questa mattina, a disinnescare la prima mina su cui poteva cadere il governo gialloverde dopo il "penultimatum" di ieri sera del premier Giuseppe Conte.

I due si sono sentiti in un clima che fonti di entrambi i partiti hanno definito "positivo".

Poi è arrivata una dichiarazione congiunta dei capigruppo di Lega e M5S Massimiliano Romeo e Stefano Patuanelli a certificare l'accordo raggiunto sullo sblocca cantieri: "Dopo esserci confrontati anche con i relatori, proporremo al Senato, tra le altre cose, quanto già concordato in sede di commissione, vale a dire un emendamento che prevede la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti per due anni, in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare le imprese da un'inutile burocrazia".

DI MAIO AL COLLE - Luigi Di Maio questa mattina è salito al Colle per incontrare il Capo dello Stato. Sergio Mattarella gli ha ribadito la necessità di compiere scelte chiare, per evitare il protrarsi di un'incertezza politica che potrebbe riflettersi sui mercati e sull'interlocuzione in corso con l'Unione Europea. Altra richiesta, l'individuazione di una personalità di alto profilo da mandare in Commissione Ue. E Di Maio gli avrebbe garantito la volontà ferma di andare avanti con questo governo. Cosa poi confermata dal comunicato congiunto Lega-5S che certifica l'accordo raggiunto sullo sblocca cantieri.

IL POMO DELLA DISCORDIA - La quiete dopo la tempesta, verrebbe da dire. Perché già ieri, subito dopo il discorso del premier Conte, sono tornati a volare stracci tra i due alleati di governo. La Lega aveva presentato un "super emendamento" per sospendere il codice degli appalti per due anni e, di fronte alle resistenze pentastellate e del premier, ieri sera durante un vertice alla presenza di Giuseppe Conte, ha chiaramente detto che non era disponibile a ritirarlo.

Tanto che questa mattina il presidente del Consiglio ha fatto un appello al Carroccio: "Il tempo è poco, mi raccomando: il super emendamento rischia di creare il caos".

Questa mattina, in mancanza di un accordo, sono stati sospesi i lavori in Senato.

L'ULTIMATUM DI SALVINI E L'IRA DI TONINELLI - E Salvini questa mattina è tornato ad attaccare, questa volta lanciandolo lui un ultimatum. Con una precisa scadenza: "Non ho intenzione di far cadere il governo, ma noi siamo pagati per fare. Il Paese ha le idee chiare, bisogna resettare il codice degli appalti, aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia".

Poi la minaccia: "Se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema".

A Salvini ha risposto Toninelli: "Mi sono stancato della retorica che Salvini dice sì e il Movimento 5 Stelle dice no: lo sblocca cantieri è il giro di boa, risolto quello si va avanti. Io dico che sulla flat tax siamo con Salvini. La vuole fare? Si chiuda in una stanza col ministro Tria e trovi un accordo con la Ue, smettendola di fare campagna elettorale. Si venga a sedere al tavolo con noi".

E poi: "A parole dice andiamo avanti, ma nei fatti fa l'esatto opposto".

Lunghe e tempestose, insomma le ore che hanno separato il discorso di Conte dalla "cordiale" telefonata tra Salvini e Di Maio e dall'accordo testimoniato dal comunicato congiunto dei capigruppo.

La prima mina sembra disinnescata, ma tante sono quelle disseminate per la pericolosa strada che deve percorrere il governo gialloverde.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata