La battaglia di Dien Bien Phu fu combattuta nel 1954 dalle truppe francesi del Corpo di spedizione in Estremo Oriente e le truppe nazionaliste vietnamite del Viet Minh comandate dal generale Giap. Fu la battaglia decisiva della guerra d’Indocina e terminò con la vittoria totale del Viet Minh e la resa delle forze francesi accerchiate nella vallata di Dien Bien Phu. Decisiva fu la strategia del generale Giap che aveva posizionato il grosso della sua artiglieria nelle colline che sovrastavano la vallata e poteva colpire a suo piacimento la base francese che poteva contare ormai solo su un aeroporto. 

L’esito della battaglia influenzò l’andamento dei negoziati fra le due parti in lotta in corso alla conferenza di Ginevra, portando alla fine della guerra e alla firma degli accordi di pace conclusi il 21 luglio 1954, in base ai quali la Francia dovette accettare di ritirare le proprie truppe dall’intera Indocina francese, mentre il Vietnam venne diviso temporaneamente in due parti lungo il 17º parallelo in un Nord comunista filo-sovietico e un Sud filo-occidentale che avrebbero dovuto riunirsi con le elezioni nazionali del 1956.

La battaglia di Dien Bien Phu comportò per i Viet Minh la perdita di 8000 combattenti, mentre 4000 furono le perdite francesi. Gli USA appoggiarono il governo del Sud, guidato da Ngo Dình Diem, che si oppose agli accordi, supponendo che Ho Chi Minh dal Nord avrebbe vinto le elezioni - anche se il governo del Sud venne creato in base ai termini di quell’accordo.

Quindi cominciò la competizione per l’intero Vietnam, che sarebbe poi sfociata nella guerra del Vietnam: dal 1º novembre 1955 (data di costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale filo-comunista) al 30 aprile 1975 con la caduta di Saigon.

Ma come ha fatto una nazione povera, prevalentemente agricola, a sconfiggere l’America o meglio il suo esercito? Tiziano Terzani col suo libro Giai Phong (liberazione) ci ha aiutato a capire la forza di questo popolo. A pochi anni dalla fine della guerra ho potuto visitare il Vietnam con un gruppo di 15 viaggiatori curiosi come me. Hanoi era una città ad economia agricola con poche lampadine ad illuminare strade deserte e popolate di giorno da biciclette. Gli unici palazzi importanti erano quelli della colonizzazione francese.

All’epoca del conflitto gli Stati Uniti avevano una popolazione di 200 milioni, mentre il Vietnam del nord ne aveva 13 milioni. Il prezzo in vite umane fu drammatico. I morti americani furono oltre 58.000 con più di 153.000 feriti. I caduti vietnamiti furono verosimilmente più di due milioni. Perché gli americani “scapparono disordinatamente” dal Vietnam? Perché la lotta di guerriglia li aveva fiaccati e poi la società civile europea, e in specie americana, le università ed i giovani avevano spinto la politica a ritirare l’esercito, ad arrendersi.

In queste guerre impari ed inutili è il più forte che deve ritirarsi. A Saigon che ha preso il nome di città Ho Chi Minh il lascito degli americani è stato di ben 300mila eroinomani. La storia in verità è testimone dei tempi (Cicerone, De Oratore). Da due anni Ucraina e Russia sono in guerra (Pil Ucraina 200 miliardi di dollari - Pil Russia 1,779 miliardi di dollari). Una guerra senza alcun senso o ragione. Con conseguenze terribili di morti, feriti e distruzioni.

In queste guerre come quella del Vietnam è il più forte che deve porre fine alla guerra se vogliamo che la ragione e non il torto prevalgono. Le nostre società debbono far sentire un coro di voci che spingano in questa direzione.

Antonio Barracca

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