È stato un attacco kamikaze mal riuscito a scatenare il panico a Manhattan, nel pieno centro di New York.

Alle 7.40 del mattino polizia e vigili del fuoco si sono precipitati a Port Authority, la stazione centrale dei bus da cui transitano ogni giorno circa 250mila persone, in seguito alle segnalazioni di un’esplosione.

Gli agenti, che hanno riferito di “scene di panico”, hanno subito evacuato la zona e tre linee della metropolitana.

È stato fermato un ragazzo di 27 anni, Akayed Ullah: aveva attaccato al corpo un ordigno artigianale - "un tubo bomba" di metallo - e una batteria, nascosti sotto la giacca. Si tratta di un uomo del Bangladesh ispirato dall’Isis, riferisce la polizia di New York. Ha agito da solo, vive a Brooklyn ed è negli Usa da 7 anni.

Il kamikaze ha fatto detonare l'ordigno prima del previsto mentre camminava in una zona di transito della stazione dei bus. Forse un errore, che ha evitato una strage.

Nell'esplosione sono rimaste ferite, oltre al kamikaze, altre tre persone. Nessuna di loro è in pericolo di vita.

La polizia si è recata nell’abitazione dell’attentatore suicida, che si trova ora all’ospedale Bellevue: non appena possibile verrà interrogato.

"Ho agito per vendetta", avrebbe detto l'uomo agli investigatori dell'Fbi, secondo quanto riportato da alcuni media americani.

"Hanno bombardato il mio Paese e volevo fare del male qui", avrebbe poi aggiunto l'attentatore.

LE REAZIONI - "È stato un attacco terroristico", ha affermato senza mezzi termini il sindaco di New York Bill De Blasio, aggiungendo che "in questo momento non c'è nessun'altra minaccia nella città". "Questa è New York, la nostra realtà, quella con cui dobbiamo fare i conti. Siamo un obiettivo internazionale, ma dobbiamo andare avanti tutti insieme", è l'amaro commento di Andrew Cuomo, governatore dello Stato.

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(Redazione Online/L)
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