Ci saranno anche tre italiani tra i 200 ricercatori di tutto il mondo che si preparano a studiare i campioni dell'asteroide Bennu, portati sulla Terra ieri dalla capsula rilasciata dalla sonda Osiris-Rex della Nasa.

La capsula è ora allo Johnson Space Center: il 70% dei campioni resterà alla Nasa, presso il Jet Propulsion Laboratory, il 25% sarà condiviso da 200 ricercatori di 35 centri, il 4% sarà donato all'Agenzia spaziale canadese Csa e lo 0,5% a quella giapponese Jaxa. Gli italiani sono stati scelti tra quelli guidati da Maurizio Pajola, dell'osservatorio di Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, da John Brucato, dell'osservatorio di Arcetri dell'Inaf, e da Elisabetta Dotto, dell'osservatorio di Roma dell'Inaf.

Quelli che saranno analizzati saranno i frammenti di un fossile del Sistema Solare: appena 250 grammi di materiali talmente antichi da poter raccontare molte cose sulle origini del nostro sistema planetario e inoltre ricchi di minerali a base di carbonio, ingredienti fondamentali per le molecole della vita, come è emerso da ben sette articoli pubblicati nel marzo scorso su Nature. Si tratta dei campioni più grandi arrivati sulla Terra dai tempi delle missioni Apollo sulla Luna e i terzi prelevati da un asteroide, dopo quelli consegnati nel 2010 e nel 2020 dalle missioni giapponesi Hayabusa 1 e Hayabusa 2.

Lanciata l'8 settembre 2016 da Cape Canaveral, la sonda Osiris Rex ha utilizzato nel suo lungo viaggio una speciale “bussola”, il sensore di assetto stellare realizzato in Italia da Leonardo: è entrata in orbita intorno a Bennu nell'agosto 2018 e da allora per due anni ha rilevato dati e misure sulla superficie dell'asteroide.

Il 20 ottobre 2020 la sonda è scesa sull'asteroide e ha raccolto i campioni dal suolo, immagazzinandoli nella capsula. Il viaggio di rientro è iniziato nel 2021 e dopo oltre due anni, alla distanza di 101.000 chilometri dalla Terra, la sonda Osiris-Rex ha rilasciato la capsula perché proseguisse da sola il suo viaggio verso il deserto dello Utah, dove si trova la base Uttr (Utah Test and Training Range) del ministero della Difesa degli Stati Uniti. Al momento dell'ingresso nell'atmosfera, la capsula aveva una velocità di oltre 43.000 chilometri orari ed è riuscita a sopportare senza danni la temperatura altissima grazie al suo guscio, progettato per resistere a una situazione così estrema. La missione è stata compiuta senza intoppi.

Ora la sonda è già in viaggio per una nuova missione, chiamata Osiris-Apex e diretta all'asteroide Apophis, che dovrebbe raggiungere nel 2029.

(Unioneonline/D)

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