È arrivato il giorno del faccia a faccia tra il presidente libico Fayez Serraj e il comandante dell'Esercito nazionale Khalifa Haftar.

L'incontro è previsto per le 16 nel castello di La Celle Saint Cloud, alle porte di Parigi.

Saranno presenti il presidente francese Emmanuel Macron, che ha organizzato il vertice, e l'inviato speciale dell'Onu per Tripoli Ghassan Salamé.

Due sono le questioni ritenute prioritarie dall'Eliseo: la lotta al terrorismo e quella al traffico dei migranti.

"La sfida è costruire uno Stato capace di rispondere ai bisogni fondamentali dei libici, dotato di un esercito regolare unificato sotto l'autorità del potere civile", spiega il governo francese, auspicando che dal vertice odierno possa scaturire "una dichiarazione congiunta condivisa sui grandi principi di una transizione politica".

Macron si è mosso d'anticipo e ha puntato sul rapporto privilegiato dell'Eliseo con il generale Khalifa Haftar per dare alla Francia un ruolo chiave nella crisi libica.

Ruolo che l'Italia, appiattita sul presidente Serraj con cui aveva anche stretto un accordo che senza l'ok del generale vale poco o nulla, sembra aver perso.

Anche se il ministro degli Esteri Angelino Alfano minimizza.

"Sulla Libia ci sono troppi mediatori, troppe iniziative", spiega il titolare della Farnesina. "Sono tanti i negoziati aperti, quello francese non è il primo e temo che non sarà l'ultimo. Noi guardiamo con favore le iniziative che favoriscono il dialogo, ma lo ripeto: sosteniamo Salamé".

(Redazione Online/L)

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