Si fa sempre più lontana l’ipotesi di un accordo tra Israele e Hamas su una tregua a Gaza, con iI paese guidato dal premier Natanyahu che – per il momento – non parte per il Cairo, disertando di fatto i negoziati. Nella città egiziana sono in corso i colloqui su un cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri, alla presenza dei rappresentanti di Hamas, Qatar, Usa, Egitto.

E se la pace pare ancora un miraggio, Israele è alle prese i queste ore con un’ondata di dimissioni tra i portavoce dell’esercito. Il numero due dell'unità di portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente colonnello Daniel Hagari, e un gran numero di alti funzionari del sistema informativo dell'Idf hanno annunciato infatti il loro ritiro. Lo riporta l’emittente israeliana Channel 14 secondo cui il fenomeno sarebbe dovuto a questioni «professionali e personali». La tv da parte sua definisce «insolita» un'uscita dall'esercito di tale portata nel pieno di una guerra in corso. Oltre ad Hagari le dimissioni riguarderebbero anche l'altro tenente colonnello Richard Hecht, portavoce dell'Idf per i media esteri. Tra gli altri, ci sono anche i nomi degli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich

Nel frattempo non si ferma la triste conta delle vittime del conflitto, con almeno sei palestinesi  uccisi e diversi altri feriti in un nuovo raid aereo israeliano che ha colpito oggi un edificio residenziale a est di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Nella notte altre sette persone erano rimaste uccise in un bombardamento nel nord della città palestinese.

(Unioneonline/v.f.)

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