La popolarità della giovane premier Sanna Marin non basta ai socialdemocratici, che perdono le elezioni politiche in Finlandia.

Petteri Orpo, leader della coalizione conservatrice di centrodestra, ha rivendicato la vittoria dopo che sono stati scrutinati due terzi delle schede, ma il risultato risicato non lascia presagire un gioco facile nella formazione della coalizione del governo, anche considerati i diversi veti incrociati espressi in campagna elettorale da alcune forze.

I conservatori stando ai dati attuali sono primi sia come percentuale (20,5%) che come seggi (48). L’estrema destra della populista Riikka Purra segue in seconda posizione (46 seggi) mentre i socialdemocratici della premier Sanna Marin sono terzi (43 seggi).

Tradizionalmente in Finlandia all'esito delle elezioni, con sistema proporzionale e seggi assegnati per circoscrizioni in base alla popolazione, il partito più votato cerca di formare la coalizione di governo e indica il premier ormai dagli anni Novanta. Per la maggioranza servono 101 deputati sui 200 del parlamento.

Il voto ha diviso il Paese tra favorevoli e contrari ai tagli al welfare o alle misure di austerity per ridurre il debito, in un contesto di inflazione alle stelle e i timori di recessione. Su questa polarizzazione hanno perso voti tutti i partiti della coalizione che sostiene la giovane premier, con una debacle dei verdi e una tenuta sopra le attese solo del Centro (12,5%), che sarà decisivo nella formazione di una coalizione in cui anche un deputato fa la differenza.

La 37enne Marin, molto nota all'estero, popolarissima in patria, anche grazie a una gestione esemplare della pandemia, ha spostato a sinistra i socialdemocratici nella campagna elettorale, puntando su welfare e soprattutto sull'istruzione e dicendosi contraria a ogni taglio alla spesa.

La coalizione di Orpo chiede invece misure di austerity per 6 miliardi di euro, per riportare il debito pubblico sui valori virtuosi dell'Ue.

I Veri Finlandesi di Riikka Pukka esprimono invece posizioni apertamente anti-migranti e euroscettiche, a partire dalla richiesta di non rispettare l'impegno per la neutralità climatica nel 2035, senza rinnegare il vecchio obiettivo nel lungo termine di 'Fixit', l'uscita della Finlandia dall'Unione europea.

(Unioneonline/L)

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