"Non prendetemi per scemo, ma devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture. Non potete farmi favore più grande". Queste le parole rivolte agli amici presenti nella clinica svizzera dove Fabo ha scelto di mettere fine alla sua vita attraverso il suicidio assistito dopo tre anni passati a letto, senza potersi muovere, dopo un incidente che l'ha reso cieco e tetraplegico.

È Marco Cappato dell'Associazione Luca Coscioni a raccontare le ultime ore di Fabiano Antoniani - questo il suo nome - insieme con la fidanzata dell'ex dj Valeria.

Lei su Facebook aveva espresso tutto il suo dolore: "Vorrei che questa notte non finisse mai...", aveva scritto domenica, poche ore prima che Fabo mordesse il pulsante del sondino per attivare l'emissione nel suo corpo del farmaco letale. E nel farlo - dice ancora Cappato - "era molto in ansia perché aveva paura di non riuscirci". Anche se poi, scherzando un'ultima volta con gli amici che gli sono stati accanto fino alla fine, ha detto: "E se non ci riesco? Vorrà dire che tornerò a casa portando un po' di yogurt, visto che qui in Svizzera è molto più buono". Poi la fine, tanto voluta, per potersi liberare da un corpo che era diventato, per lui, una gabbia.

LE REAZIONI - Il caso di Dj Fabo ha scosso più di una coscienza, facendo riaprire il dibattito sul fine vita e provocando - come era immaginabile - una serie di reazioni anche nel mondo politico. Proprio quel mondo politico messo sotto accusa da Fabiano nel suo ultimo appello dopo il terzo rinvio della discussione in Parlamento della legge sul biotestamento e sul fine vita. Un appello che aveva rivolto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Uno dei primi a commentare è il padre di Beppe Englaro, papà di Eluana, la donna vissuta per 17 anni in stato vegetativo fino al febbraio 2009. "Esprimo il massimo rispetto per la sua coscienza personale - ha detto - Eluana rivendicava un diritto fondamentale costituzionale. Noi, per trovare questa possibilità abbiamo dovuto attendere 15 anni e nove mesi, fino alla sentenza della Cassazione del 2007 che ha stabilito che l'autodeterminazione terapeutica non può conoscere limite, anche se ne provoca la morte".

LA POLITICA - "Sono contenta che Fabo abbia avuto la sua morte secondo le regole della Svizzera. Mi spiace che non abbia avuto la fortuna di poterlo fare in Italia", ha dichiarato invece Mina Welby, moglie di Piergiorgio e presidente dell'Associazione Luca Coscioni.

Ma le reazioni politiche sono state trasversali, con buona parte del Pd che ha chiesto silenzio e rispetto per la morte del 40enne e molti vanno anche oltre. "La politica ha il compito di guardare in faccia i problemi delle persone", ha scritto su Facebook, Ettore Rosato. Il capogruppo Pd alla Camera ha aggiunto che "la legge sul testamento biologico va in questa direzione". Anche la Lega, Matteo Salvini in primis, ha chiesto che venga "fatta una buona legge sull'eutanasia per aiutare le famiglie".

Voci critiche arrivano da Maurizio Gasparri che ritiene che "la discussione parlamentare su questo delicatissimo tema debba proseguire, ma che non debba mai in alcun modo portare a forme di suicidio di Stato".

"HITLER STERMINAVA I DISABILI GRATIS" - Ma le parole che hanno suscitato più scalpore sono state quelle di Mario Adinolfi: "Dj Fabo è morto. Volete sfruttare l'onda emotiva per ottenere questa vergogna? Hitler almeno i disabili li eliminava gratis", ha scritto sul suo profilo Facebook.

Immediata la risposta di Marco Cappato: "La differenza tra un disabile gasato e ammazzato in un campo di concentramento e un malato terminale che sceglie di interrompere quella che considera una tortura non merita nemmeno di essere spiegata".

Dure anche le parole di Francesca Chaouqui, ex consulente economica di Papa Francesco, al centro dell'inchiesta Vatileaks: "Da cattolica penso che si sia comportato da vigliacco".

LE PAROLE DI CHAOUQUI - VIDEO:

CAPPATO: "VADO AD AUTODENUNCIARMI" - Intanto, oggi Cappato si è presentato dai carabinieri a Milano, per auto-denunciarsi per l'aiuto fornito nell'iter di suicidio assistito per l'aiuto al suicidio di Fabo. "Spero di essere incriminato - ha spiegato - perché voglio difendere in un processo le regioni di principi costituzionali superiori, come la libertà e la responsabilità, a un codice penale che non fa nemmeno distinzione tra il suicidio in un momento di disperazione e l'aiuto a un malato nelle condizioni di Fabo. Lo Stato deve scegliere: o fare finta di nulla e girare la testa dall'altra parte quando qualcuno va in Svizzera, e allora qui si crea un precedente, oppure incriminarmi. E spero che lo faccia".

GENTILONI: "LEGGE IN DISCUSSIONE NON SU EUTANASIA" - "Ovviamente sono stato anch'io colpito dalla vicenda come credo tutti i nostri concittadini, e dico che il governo guarda con rispetto al confronto parlamentare che c'è, credo che sia doveroso e interpella le coscienze dei singoli. Ma ricordo che la legge che dovremo discutere riguarda il testamento biologico e non l'eutanasia", ha detto oggi il primo ministro Paolo Gentiloni, che si trova a Milano per incontrare il sindaco Giuseppe Sala.

LE PAROLE DI GENTILONI - VIDEO:

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