"Ci siamo guadagnati il diritto di essere una Repubblica indipendente e questa istanza deve essere ascoltata".

Con queste parole il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, ha annunciato, davanti al Parlamento di Barcellona, l'avvio delle trattative per la separazione della Catalogna dalla Spagna.

Una dichiarazione che arriva alla luce del risultato del referendum dello scorso primo ottobre - giudicato illegale dal governo spagnolo - in cui oltre il 90% dei votanti si è espresso a favore dell'indipendenza della regione.

Puigdemont, ribadendo che la via da perseguire è quella della "pace", ha puntato il dito contro la repressione di Madrid in occasione della consultazione, sottolineando la "violenza indiscriminata" per impedire l'accesso ai seggi.

Ciò nonostante, ha aggiunto, "oltre 2 milioni di persone hanno vinto la paura esprimendo la propria opinione".

Il presidente ha poi assunto il mandato per creare le condizioni per la "Catalexit", ma senza strappi, con il "dialogo".

INDIPENDENZA "SOSPESA" - La Generalitat ha dunque scelto di evitare la linea estrema della dichiarazione unilaterale di immediata indipendenza, preferendo un percorso più soft: secessione sospesa per trattare il distacco con Madrid senza traumi eccessivi.

E, soprattutto, per avere tempo di trovare appoggi in Europa e nella comunità internazionale e convincere banche e aziende a non spostare le proprie sedi.

Si attende ora la reazione del governo centrale.

CATALANI IN PIAZZA - VIDEO:

IRA DI MADRID - Per Madrid quelle pronunciate da Puigdemont sono parole "inammissibili".

Il primo ministro Mariano Rajoy, d'altronde, è stato chiaro: "Impediremo che la Catalogna si separi", ha tuonato, assicurando di essere pronto ad applicare l'articolo 155 della Costituzione, che prevede la sospensione dell'autonomia della regione.

IL RITARDO - Puigdemont è arrivato al Parlamento catalano intorno alle 17, con un'ora d'anticipo rispetto all'inizio della seduta plenaria, per partecipare a una riunione del gruppo di Junts pel Sì.

Il suo intervento è stato posticipato di un'ora, per via - sembra - di un incontro in extremis tra il presidente e alcuni "mediatori" internazionali.

Per le strade di Barcellona, tra imponenti misure di sicurezza, rafforzate nell'area del Parlamento, sono scesi migliaia di cittadini, per ribadire il proprio appoggio all'autodeterminazione catalana.

ALFANO: "INACCETTABILE" - Dopo il discorso di Puigdemont il governo italiano ha preso posizione in difesa di Madrid, per voce del ministro degli Esteri Angelino Alfano.

"L'Italia ritiene inaccettabile la dichiarazione unilaterale di indipendenza e rigetta ogni escalation", ha detto il numero uno della Farnesina. Aggiungendo: "Esprimiamo la nostra fiducia nella capacità del governo spagnolo di tutelare l'ordine e la legalità costituzionali e, di conseguenza, di garantire il rispetto dei diritti di tutti i cittadini".

(Redazione Online/F-l.f.)

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