"Tutto questo finirà nei tribunali internazionali, ci rivolgeremo loro, arriveremo fino alla fine e lo Stato spagnolo farà una pessima figura".

Lo ha dichiarato Carles Puigdemont che in un'intervista a Catalunya Radio ha preannunciato un ricorso contro la Spagna davanti alle corti internazionali.

Dopo essersi presentati spontaneamente alla polizia a Bruxelles, l'ex presidente della Generalitat di Catalogna e i suoi ex quattro ministri - in Belgio dopo la destituzione del governo locale voluta da Madrid - sono stati messi in libertà condizionata, in attesa della decisione dei giudici sulla loro possibile estradizione.

Secondo le parole di Puigdemont, il Govern è stato destituito "da un golpe illegale dello stato spagnolo".

Il leader catalano ha detto inoltre che l'Ue deve reagire davanti a "una causa dei diritti umani": "L'Europa non può tenere tutto un governo in prigione o in esilio", ha dichiarato.

Ha poi aggiunto di essere "preparato" a "finire nelle carceri spagnole" se il Belgio concederà la sua estradizione.

Sulla crisi tra Madrid e Barcellona è intervenuto anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che ha affermato che il governo di Madrid non sta violando "lo stato di diritto: è chi non rispetta la costituzione che infrange la legge".

LA MANIFESTAZIONE DEI SINDACI INDIPENDENTISTI - Intanto duecento sindaci indipendentisti sono arrivati da tutta la Catalogna a Bruxelles per "far sentire la nostra voce nel cuore dell'Europa" e chiedere "la liberazione dei prigionieri politici", Carles Puigdemont e i quattro ex ministri del Govern.

La protesta è stata organizzata dall'Associazione dei Municipi Indipendentisti (Ami).

I sindaci hanno manifestato nella piazza tra il Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, e quello Justus Lipsius, sede del Consiglio europeo e hanno intonato l'inno catalano.

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