«La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera, risponde alle polemiche sulle manganellate agli studenti che hanno portato al richiamo anche da parte del Capo dello Stato, Sergio Mattarella: «Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza». 

La difesa delle forze dell’ordine

Detto questo il capo del Viminale difende poi le forze dell’ordine: «Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto! La gestione dell'ordine pubblico è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa». «Respingo fermamente - aggiunge - ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle Forze di polizia, presidio delle Istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l'esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati».

La ricostruzione

Quindi la ricostruzione di quanto avvenuto venerdì scorso. Per la manifestazione di Pisa, «in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla questura». Questura che, «avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico». Poi i fatti: «Personale della Digos, una volta partito il corteo, invitava più volte i manifestanti a dare indicazioni sul percorso e a non procedere verso Piazza dei Cavalieri, dove non sarebbe stato consentito il transito per evitare il possibile prosieguo verso obiettivi sensibili tra cui Piazza dei Miracoli, per la quale in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica era stata valutata l'interdizione alle manifestazioni. I manifestanti, nonostante ogni tentativo di interlocuzione, hanno rifiutato di fornire indicazioni e si sono mossi in corteo per poi raggiungere uno degli accessi a Piazza dei Cavalieri, dove era stato schierato, a scopo dissuasivo, un contingente del Reparto Mobile della Polizia di Stato». «Le Forze di polizia - prosegue il titolare del Viminale - hanno intimato ai manifestanti di fermarsi, ribadendo ancora una volta, senza alcun risultato, la richiesta di fornire indicazioni sul percorso. Il corteo continuava, invece, ad avanzare, costringendo il cordone delle Forze di polizia, in un primo momento, a indietreggiare di diversi metri per evitare scontri, fino ad arrivare a contatto con un mezzo posizionato per impedire l'accesso a Piazza dei Cavalieri». In questa fase, rileva, «una decina di manifestanti superava la barriera, raggiungendo le spalle dello schieramento degli operatori in servizio. Venivano, pertanto, bloccati dal personale delle Forze di polizia e condotti nell'adiacente Piazza dei Cavalieri. Tra questi, una nota esponente antagonista. Atteso il perdurare della forte pressione, sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti».

La carica «per garantire l'incolumità degli agenti»

C'è stata a questo punto la carica di alleggerimento: «Per garantire l'incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l'automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti». In precedenza gli agenti avevano tenuto la posizione «utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi». Negli scontri sono rimasti contusi 17 manifestanti, di cui 11 minorenni, e 2 funzionari della Polizia di Stato. Quattro persone sono state denunciate per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e per violazione dell'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si tratta di maggiorenni, tutti con precedenti per reati attinenti all'ordine pubblico. 

«Un clima di crescente aggressività»

Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale si è sviluppato «un clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell'ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l'ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la 'piazza' e le Istituzioni». Di qui l’appello anche alle forze politiche: «Auspico che vi sia da parte di tutte le forze politiche una comune volontà di abbassare i toni, senza mai rinunciare alla dialettica democratica». «L'ordine pubblico va lasciato fuori da ogni speculazione e le Forze di polizia, sempre sottoposte al controllo democratico, devono essere preservate da pericolosi tentativi di strumentalizzazione. Non dobbiamo dimenticare la capacità delle nostre istituzioni, e di tutte le forze politiche, di attingere a una riserva di saggezza e di equilibrio nell'interesse generale dei cittadini, dimostrata, anche nei momenti più difficili della nostra storia repubblicana, in presenza di forti contrapposizioni ideologiche o di rilevanti tensioni sociali». «Con l'avvicendarsi delle maggioranze alla guida della Nazione, anche di segno differente - prosegue il ministro - non è mai venuta meno l'esigenza di scongiurare l'esasperazione del conflitto sociale. Ciò al preciso scopo di evitare che un tasso eccessivo di rissosità potesse dare spazio a forme di deviazione del confronto politico dal suo naturale alveo democratico. Questa esigenza, il Governo in carica l'ha fermamente presente e continuerà ad agire affinché sia condivisa a tutti i livelli istituzionali e di responsabilità, garantendo sempre l'esercizio delle libertà costituzionali».

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata