Nuovo capitolo del mistero legato a Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 in corso Rinascimento, tra il Senato e Piazza Navona.

I familiari hanno chiesto al Vaticano di verificare una tomba all'interno del cimitero Teutonico speranzosi che possa custodire i resti della giovane. Si trova nel territorio della Santa Sede. L'istanza formale è stata presentata alla segreteria di Stato, in particolare al cardinale Pietro Parolin, per ottenere l'apertura. All'interno della lettera c'è anche l'elenco degli alti prelati che negli anni avrebbero potuto avere un ruolo, o comunque informazioni, per scoprire dove sia finita l'allora 15enne.

La scorsa estate era stata recapitata una lettera all'avvocato Laura Sgrò, legale degli Orlandi, con indicazioni precise: "Cercate dove indica l'Angelo", in riferimento a una lastra con una scritta dedicata alla principessa Sofia e al principe Von Hohenloe, nominato arcivescovo da Papa Pio IX. Da quel momento le indagini hanno attestato come la tomba sia stata aperta almeno una volta e che più persone abbiano depositato fiori nel tempo. Per questo si chiede l'apertura.

In passato, Pietro Orlandi, fratello della vittima, aveva chiesto aiuto a Papa Francesco, ipotizzando che la sorella fosse stata segregata in un convento.

LA SANTA SEDE - In mattinata è arrivata la conferma del Vaticano sul ricevimento della lettera da parte di Parolin: "Verranno studiate le richieste rivolte nella missiva" ha detto il portavoce ad interim della sala stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotto.

(Unioneonline/M)

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