«Oggi non fare il Ponte sullo Stretto sarebbe un danno economico, sociale e ambientale senza senso. Penso che andare avanti sia un dovere». Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, al convegno organizzato dall'Ordine dei geologi sulla prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.

«L'ossessione dei giornalisti – ha aggiunto Salvini – è “quando parte il Ponte sullo Stretto?”, ma a me basta che parta. Ed entro quest'anno il consorzio darà il via ai lavori di un'opera di cui si parla da anni».

«Il Ponte – ha detto ancora il ministro e leader della Lega – non risolve i problemi del mondo, ma secondo gli studi può produrre circa 22 miliardi di valore aggiunto di Pil e 120 mila posti di lavoro tra diretti e indiretti».

Il vicepremier ha spiegato inoltre che il Governo sta lavorando a un Piano acqua «costruito non a livello centrale, dall'alto verso il basso, ma dopo aver chiesto agli enti territoriali quali sono le priorità: sono arrivate 562 domande per un importo di oltre 13 miliardi di investimenti, molte anche dal Nord». Dunque, se «dai 22 miliardi di valore aggiunto prodotto dal Ponte me ne danno 13, poi, io finanzio tutti i progetti sul dissesto idrogeologico».

Prima di procedere all’avvio dei lavori, però, il progetto dovrà essere integrato da ben 239 “approfondimenti” richiesti dal ministero dell’Ambiente guidato da Gilberto Pichetto Fratin alla società “Stretto di Messina”, con particolare riferimento, tra l’altro, all’impatto ambientale dell’opera su flora e fauna, all’inquinamento e al rischio di maremoti. 

In merito l’ad della “Stretto di Messina” Pietro Ciucci conferma che l’iter per avviare i lavori è in corso, ma – ha spiegato «il vero e proprio via ai lavori sarà entro il 2025, se per cantiere intendiamo le escavatrici».

(Unioneonline/l.f.)

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