Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario che nel giugno 2016 ha fatto esplodere il suo appartamento milanese in via Brioschi, uccidendo la ex compagna e una coppia di vicini di casa, deve essere condannato all'ergastolo.

Questa la richiesta del pm Elio Ramondini al gup Chiara Valori nel corso del processo a porte chiuse che si svolge con rito abbreviato. Le accuse a Pellicanò sono di strage e devastazione.

"L'uomo non soffre di infermità mentale, è solo un narciso", ha detto il pm nel corso della requisitoria. "Non solo ha commesso quel che ha commesso - ha aggiunto - ma ha continuato anche dopo a cercare di restare impunito dicendo tante bugie".

Il pm ha inoltre ricordato come Pellicanò al momento dell'esplosione fosse protetto da un materasso e, nonostante la figlia minore fosse accanto a lui, non ha cercato di aiutarla.

Nell'aula del tribunale milanese stamattina c'era anche l'imputato, che si trova in carcere dal luglio scorso.

L'esplosione di un anno fa, oltre ad aver ucciso tre persone, ne ha ferite altrettante: lo stesso Pellicanò e le sue due figlie.

"Non abbiamo rancore per nessuno", hanno dichiarato Aldo Masella e la moglie Renata Bestetti, genitori di Micaela, l'ex compagna di Pellicanò morta nell'esplosione.

Sono loro i tutori delle due bambine rimaste senza mamma. "Ci fa solo una grande pena", ha aggiunto Renata Bestetti. I due hanno chiesto un risarcimento da 350mila euro ciascuno.

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