C'è anche un consigliere della Regione Calabria in carica, Nicola Paris, tra gli arrestati di questa mattina nell'ambito dell’inchiesta "Inter Nos" – coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto Gerardo Dominijanni e dai pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua –, che ha portato all'emissione di 17 misure cautelari e al sequestro di imprese per un valore oltre 12 milioni di euro.

Eletto nel 2020 nella lista dell'Udc con 6.358 voti, si trova ora agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione. 

L'inchiesta della Dda di Reggio Calabria è molto ampia e ha fatto luce su un'associazione a delinquere che aveva l’obiettivo di condizionare gli appalti per le pulizie e le varie proroghe degli affidamenti.

Gli inquirenti hanno scoperto una serie di episodi di corruzione finalizzati al pagamento privilegiato di fatture. Sono emersi elementi, inoltre, su illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine nel periodo della pandemia.

Le indagini coinvolgono diverse famiglie mafiose.

Tra gli arrestati, infatti, ci sono soggetti ritenuti vicini alle cosche Serraino di Reggio Calabria, Iamonte di Melito Porto Salvo e Floccari di Locri.

Nel dettaglio, Paris è sospettato di essere stato vicino a soggetti legati alla 'ndrangheta di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria.

Secondo la Procura, il consigliere si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario che avrebbe favorito i clan.

In manette anche alcuni funzionari dell'Asp, come il direttore finanziario dell'Azienda sanitaria provinciale.

(Unioneonline/F)

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