Nuova udienza, oggi, per il processo su "Mafia Capitale".

Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa "29 giugno" e principale imputato insieme a Mario Carminati, parla dal carcere di Tolmezzo (Udine) in cui è recluso, e dà tutte le colpe alla politica. "Un imprenditore che vuole lavorare non può denunciare. Se lo fai come sto facendo io - ha detto l'imprenditore - vai in pensione".

Il "ras" delle cooperative romane ha parlato poi di un cambiamento netto verificatosi con l'arrivo della giunta Alemanno: "Eravamo di sinistra, non ci facevano più lavorare. Non puoi denunciare, non è che denunci Panzironi (ex amministratore delegato di Ama ai tempi di Alemanno) e poi lavori con la sinistra, perché pure loro dicono che non sei più credibile, e non ti fanno più lavorare".

"Ora parlo perché non mi frega più niente, all'epoca non me la sentivo", ha proseguito nella sua deposizione Buzzi, per poi rivendicare il buon lavoro fatto dalle sue coop. "Tenevamo il Verano come un gioiello, idem per le banchine del Tevere".

Intanto dovrà difendersi da un'altra accusa, vista la querela annunciata dall'europarlamentare Pd Goffredo Bettini: nel corso dell'interrogatorio di ieri l'imprenditore ha detto di aver dato a quest'ultimo oltre 21mila euro perché organizzasse un incontro con Gianni Letta.

"Inaccettabili falsità", ha ribattuto l'esponente dei democratici, che ha dato mandato ai suoi legali di sporgere querela.

CARMINATI FA IL SALUTO ROMANO IN AULA - VIDEO

L'imprenditore poi ha parlato dei suoi rapporti con Carminati, cominciati nell'autunno del 2011. "Riccardo Mancini dell'ente Eur Spa mi dà appuntamento al bar Palombini e mi dice che avrebbe avuto piacere che la prossima gara l'avessi fatta con il gruppo imprenditoriale di Carminati". Sarebbero cominciati così dunque i rapporti fra il ras delle coop rosse e il "nero" ex esponente della banda della Magliana.

"Ci incontriamo una prima volta con Mancini e Carminati - ha continuato Buzzi - poi io e Carminati cominciamo a frequentarci e diventare amici: per me è un grandissimo amico, un uomo di cultura gradevolissimo e molto generoso".

A quei tempi Carminati temeva di essere intercettato per i suoi rapporti con Finmeccanica. "Lui portava i soldi ai politici per conto di Finmeccanica e temeva che, essendo intercettato, potessi essere intercettato anche io", ha spiegato l'imprenditore, per poi dire ai giudici: "Voi parlate di Mafia capitale ma dimenticate che l'appalto più grosso in Italia è quello della metro C, con Finmeccanica, gruppo Caltagirone e Toti".
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