È arrivata nel primo pomeriggio la sentenza emessa dai giudici della Corte d'Assise di Milano nei confronti di Osman Matammud, 22enne somalo, ritenuto autore di numerose torture nel campo di Bani Walid in Libia ai danni di migranti.

È stato condannato all'ergastolo.

Il presidente del collegio, Giovanna Ichino, al termine della camera di consiglio durata oltre 4 ore ha confermato la richiesta avanzata dal pm, Marcello Tatangelo, che aveva chiesto il massimo della pena per il presunto "carceriere" accusato di sequestro di persona a scopo di estorsione nei confronti di centinaia di connazionali, omicidi e violenze sessuali nei confronti di decine di ragazze.

In aula erano presenti anche alcune delle vittime.

Lui, durante l'udienza, ha dichiarato alla Corte di aver detto "tutta la verità" e di non aver commesso i reati di cui è accusato.

Matammud era stato arrestato a Milano un anno fa; le indagini erano partite dopo che il ragazzo era stato riconosciuto da altri migranti, ospiti come lui del centro di accoglienza di via Sammartini.

Da lì è partita l'indagine della Direzione distrettuale antimafia milanese, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal già citato pm Tatangelo.

Quest'ultimo ha richiesto l'ergastolo, definendo il 22enne nella sua requisitoria "un sadico, uno che si diverte a torturare e a uccidere".

Per l'avvocato difensore, il giovane non era uno dei capi del campo di Bani Walid, ma "un migrante che si è comportato come gli altri".

(Redazione Online/m.c.)
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